A Yokohama, la riscoperta del latte!

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La situazione lattiero casearia mondiale

Adriaan Krijger

La situazione lattiero casearia mondiale, secondo Adriaan Krijger dell’Associazione Lattiero Casearia Olandese, è riassumibile con 3 aggettivi: scialba, eccitante, enigmatica; laddove scialba è riferita all’annata 2012, eccitante al 2013 ed enigmatica al 2014. Nel 2012, la disponibilità totale del latte nel latte è aumentata di 2,2 punti percentuali, toccando a fine anno le 770 milioni di tonnellate (circa 17 mio/ton prodotte in più rispetto al 2011), registrando così un 2,1% di aumento del latte bovino, passando da 624 a 637 mio/ton, e del 3,5% l’incremento del latte bufalino che segnava 97 mio/ ton nel 2011 e 101 nel 2012. Il latte ovi-caprino, invece, già da qualche anno si è stabilizzato a quota 32 mio/ton.

L’industria di trasformazione nel 2012 (la tabella 1 mostra le maggiori 25 società) ha prodotto 19 mio/ton di formaggi, 9,7 di burro, 4,5 di polvere di latte intero e 4 di latte scremato. Dal punto di vista statistico, i consumi pro capite mondiali, nel 2012, aumentarono solo dell’1%; mentre nel corso del 2013 il trend della domanda globale, in termini di tonnellate latte equivalente, ha registrato domande robuste in determinati mercati emergenti: in Sud America ha realizzato un incremento medio del 27%, in Asia del 22% e in Africa del 16%. Anche il commercio mondiale, per il terzo anno consecutivo, ha segnato valori decisamente in aumento sopra alla media: sui dati 2012 sul 2011, la Cina ha totalizzato un rotondo +30%, gli Emirati Arabi +25%, la Russia +16%, il Messico +16%, il Venezuela +12%. Per contro, nel 2012, i segni negativi rispetto al 2011, sono stati archiviati dal Giappone -2%, dall’Algeria e dalle Filippine -9%.

Nel quadro globale del commercio lattiero-caseario mondiale, il gigante cinese acquisisce un ruolo sempre più importante, avendo importato nel 2012, il 30,8% delle 17 mio/ton prodotte in più in tutto il mondo. In totale l’anno 2012 viene definito da Krijger “non molto eccitante” per il moderato aumento delle produzioni e concomitante flessione dei prezzi. Al contrario il 2013, secondo il relatore olandese, si realizza una congiuntura positiva quando a fronte della vivace domanda, la produzione rallentò il passo, generando così un significativo rialzo dei prezzi. Gli enigmi però si intensificano con l’avvicinarsi della fine dell’anno solare 2013.

Infatti alla pressante domanda, cosa accadrà nel 2014, Adriann Krijger risponde: «Anche i più disinvolti nelle “previsioni lattiero-casearie”, questa volta diventano prudenti e suggeriscono di valutare almeno cinque punti:

  • le condizioni meteorologiche, in particolare dell’emisfero australe;
  • gli andamenti produttivi dei Paesi emergenti;
  • l’andamento del cambio del dollaro in rapporto alla crisi del bilancio statunitense;
  • il costante incremento della popolazione mondiale;
  • lo sviluppo della produzione di latte in Cina».

L’interessantissimo Bulletin 470/2013 intitolato: The World Dairy Situation 2013 è disponibile al costo di 65 €, sul sito www.fil-idf.org.

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”I “Jappy” riscoprono il latte e il formaggio”] 800 prodotti lattiero caseari giapponesi, prodotti da 96 latterie e mini caseifici, sono stati esposti ai partecipanti al Summit, ma soprattutto offerti in assaggio promozionale a migliaia di visitatori giunti a Yokohama anche dall’adiacente Tokyo. La gran maggioranza delle vetrine offriva latte alimentare (150-200 Yen/l pari a 1,12-1,49 €/l), latte fermentato e yogurt, naturali e aromatizzati, formaggi freschi con o senza crosta fiorita. Sui gusti dei consumatori, a detta degli espositori, circa il 50% dei potenziali consumatori possono essere considerati “principianti” e preferiscono gusti dolci, segue circa un 35% di “intermedi” che consumano formaggi dolci e a volte provano prodotti maggiormente saporiti, infine un 10-15% dei potenziali consumatori assaggiano e gustano formaggio con caratteristiche sensoriali complesse.

I prezzi dei formaggi locali al consumo finale variano dai 300 ai 500 Yen/100 g (2,25-3,75 €/100 g), mentre i formaggi d’importazione variano dai 700 Yen/100 g (5,25 €) per il Reblochon, agli 800 (6 €) per il Gorgonzola, 1.500 (11,25) per la Fontina. E, di questo passo, in qualche supermercato, può capitare anche di vedere del Grana Padano (DOP?) tagliato in cubetti di 5-7 mm e confezionato in vaschette da 45 g (di cui 5 di tara), al prezzo di 498 Yen giapponesi, +/- 3,74 €, pari a 93,5 €/kg.
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Continua …