Agroalimentare, il futuro sta nella qualità

1201

CONVEGNO FESTIVAL AGRICOLTURA 2 OTTOBREQual è il trend di mercato dei prodotti DOP, IGP e STG in Italia e nel mondo, quali i canali di vendita, quanto incide la querelle delle quote latte, il libero scambio, senza dimenticare la questione europea del latte in polvere e l’importanza e la valorizzazione del Made in Italy? Sono i temi su cu si è vivacizzato il dibattito a Bressanvido venerdì 2 ottobre, durante il Festival dell’Agricoltura, al convegno “Il futuro dei prodotti agroalimentari di qualità”. A ospitare l’evento la sala conferenze del più grande polo di Asiago DOP, quartier generale della cooperativa Latterie Vicentine.

Durante il convegno sono stati analizzati i trend di mercato dei prodotti DOP, IGP e STG in Italia e nel mondo, i canali di vendita, la questione delle quote latte, il libero scambio, senza dimenticare la questione europea del latte in polvere, e l’importanza e la valorizzazione del Made in Italy.

Denis Pantini di Nomisma si è soffermato sulle prospettive dei prodotti di qualità alla luce dei nuovi scenari evolutivi. 1274 sono i prodotti europei DOP e IGP, 275 quelli italiani di cui 36 veneti suddivisi in 18 DOP, 18 IGP e 1 STG (la mozzarella): numeri significativi di un settore decisamente in crescita, in particolare quello delle DOP dei formaggi, maggiormente concentrate nella Regione Veneto. «Le principali problematiche che emergono oggi – ha spiegato Pantini – sono legate ai canali di vendita dove la GDO ha di fatto il controllo sul mercato. Il 70% delle vendita appartiene a questo canale che negli ultimi anni ha visto crescere i fatturati anche grazie alle DOP, fino a divenire un’interessante piattaforma per l’esportazione, a scapito dei singoli produttori che non hanno potere contrattuale in merito. Altro aspetto da sottolineare sono le prospettive future di vendita nei Paesi emergenti nei i quali è stato riscontrato negli ultimi anni un crescente consumo di proteine animali, in particolare i formaggi. Un trend positivo solo per aziende strutturate che possono investire nei trasporti, nella ricerca di mercato e nella comunicazione. Skill impensabili per i piccoli produttori».

Negli ultimi dieci anni sono state riscontrate le chiusure di numerosi piccoli allevamenti – 1000/1300 stalle all’anno – che hanno influenzato negativamente il dato occupazionale e l’indotto. Con l’intervento del ricercatore Alberto Menghi di Fondazione CRPA la discussione si è spostata sulla situazione economica delle aziende da latte del territorio e le prospettive future.

In chiusura il direttore di Latterie Vicentine ha portato l’attenzione ancora una volta sull’importanza della tutela e valorizzazione delle DOP e IGT a livello di governance. «È indubbio che le DOP siano il portabandiera del Made in Italy nel mondo, prodotti attraenti per immagine ed eccellenza. Purtroppo è un dato di fatto la mancata marginalità da parte dei produttori e delle aziende che trasformano la materia prima, a causa del controllo assoluto della GDO. Credo si debba riformare la legislatura, in particolare la normativa 526. È necessario che le regole della governance vengano ridiscusse per dare più potere ai Consorzi di tutela delle Dop. La denominazione di origine protetta è un marchio attraente, differenziante, credibile e difendibile e quindi gode di tutti i requisiti per un posizionamento distintivo presso i consumatori. Ma è altrettanto necessaria una comunicazione adeguata, costante nel tempo. Di sicuro le aziende non hanno budget a disposizione per efficaci investimenti pubblicitari ma i consorzi dovrebbero usufruire dei fondi che l’Europa mette a disposizione».