Al casaro Guglielmo Locatelli attribuito il premio Francesco Arrigoni

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guglielmoDopo Libera e i pescatori di Lampedusa, il premio che ricorda Francesco Arrigoni*, giunto alla III edizione, è stato attribuito a Guglielmo Locatelli che ha coinvolto la famiglia nel salvare dall’estinzione un formaggio raro, lo Strachitunt. Il premio vuol essere un riconoscimento al duro lavoro del casaro, sui pascoli di montagna, che Guglielmo ha iniziato da ragazzo e ancora oggi, passata l’ottantina, non ha abbandonato. Un lavoro che altri definirebbero una missione. La giuria “applaude in Guglielmo Locatelli un infaticabile camminatore sui sentieri della storia, delle radici, delle tradizioni, un luminoso esempio di “operaio dell’ombra” che s’è impegnato per tramandare e salvare quel che di bello e buono sanno offrire i monti della Lombardia. Lo Strachitunt può solo ringraziarlo, e noi con lui”.

*Francesco Arrigoni

Giornalista bergamasco, morto improvvisamente a 52 anni, allievo di Luigi Veronelli, fondatore e direttore del Seminario Veronelli, è passato alle pagine del Gambero Rosso e poi, negli ultimi dieci anni, a quelle del Corriere della Sera. Ha scritto di vini e cibi non per hobby ma per profonda passione e competenza: è stato cuoco, ha lavorato le vigne. Come molti di quelli che amano la terra ha coltivato una visione etica.

Il premio
Ha cadenza annuale e viene assegnato, in corrispondenza della data di compleanno di Francesco, “a una iniziativa contraddistinta da una forte valenza etica”. Consiste in 5.000 (cinquemila) euro e un oggetto artistico realizzato da un allievo della scuola d’Arti e Mestieri F. Ricchino di Rovato. Tre le caratteristiche fisse dell’opera: un pezzo di roccia, a ricordare la passione di Francesco per la montagna e le arrampicate, un cuore a ricordare la sua generosità (fino all’espianto degli organi) e la sua passione civile. E qualcosa che spunta dalla roccia, forse una vite, perché gli uomini possono morire, le idee no. L’autrice di questa edizione è Ilaria Zim Facchi.