Enjoy!

1957

Il 2017 è stato un anno da record per l’export agroalimentare dell’Unione europea. Compreso quello italiano, grazie soprattutto a vini, salumi e formaggi. Buona notizia per un Paese “caseocentrico” come il nostro. Ottima, quando coincide con un periodo di maggior produzione di latte e consumi di latte alimentare in calo. Un contesto che, rinforzando la centralità della trasformazione casearia nella nostra filiera, richiede innanzitutto programmazione delle produzioni e qualità delle stesse anche in termini di sostenibilità ambientale. Una programmazione da accompagnare con strategie di marketing e promozione capaci di intercettare questo favorevole contesto di mercato. Va in questa direzione lo sfruttamento, per certi versi obbligato, delle opportunità offerte da web e social media. Vie di comunicazione e promozione (ma anche di e-commerce) oggi vantaggiosamente utilizzate per le produzioni casearie di maggior pregio. La comunicazione relativa ai loro tratti qualitativi e distintivi non può oggi prescindere dall’immediatezza e dalla capillarità che caratterizzano le informazioni veicolate dal web. Aspetto non marginale per il nostro export verso i Paesi extra Ue che rappresenta solo un terzo di quello totale.

Per parte sua, l’Unione europea ha sempre considerato la comunicazione e la promozione un elemento chiave per il successo del settore agroalimentare europeo. Lo testimonia “Enjoy, it’s from Europe”, il piano della Commissione per cofinanziare progetti finalizzati a promuovere i prodotti agricoli europei sui mercati UE e non. Nell’ambito del piano, nel 2016 la proposta di progetti congiunti tra più Consorzi di diverse filiere Dop e Igp è risultata premiante per l’Italia. Quasi sette milioni di cofinanziamenti concessi ai programmi Euperte (Grana Padano e Prosciutto di Parma) e Propaseu (Pecorino Romano, Asiago e Speck). Gli esiti del bando 2017 sono stati considerati meno brillanti: tre i programmi di promozione italiani tra i cinquantadue cofinanziati. In particolare, “Enjoy” ha premiato con poco meno di un milione quello del Consorzio del formaggio Piave Dop tra i programmi riguardanti esclusivamente i prodotti lattiero-caseari. Approvati invece quattro progetti interamente “lattieri” francesi a cui andranno in totale quasi 11 milioni di euro di finanziamento. Qualcuno direbbe: “chapeau”. Altri, meno sportivi, pensano male e sollecitano la Commissione a chiarire le motivazioni del crollo dei finanziamenti dei programmi di promozione italiani. Tutti dovrebbero forse preoccuparsi della forza di programmazione e promozione dei transalpini e del successo del loro export.

In attesa di risposte da Bruxelles, se il trend negativo dei cofinanziamenti continuasse non ci sarebbe di che rallegrarsi. Quindi, enjoy… ma non troppo.