Il brand Arla sbarca in Italia nel segmento degli spalmabili

2020

Non (più) solo burro Lurpak. A tre anni dalla costituzione della filiale italiana, Arla Foods ha deciso di entrare nel mercato italiano mettendoci “la faccia” o meglio introducendo il suo marchio omonimo, Arla, appunto. Con lancio a settembre, anche nella nostra penisola sarà commercializzata al pubblico una linea di formaggi freschi spalmabili col marchio Arla, che ha già riscosso apprezzamenti lusinghieri (a doppia cifra) nel food service e nel canale mensa (scolastica, ospedaliera). Tre per ora le referenze (naturale con il 25% di grassi, light con il 16% di grassi, e senza lattosio con il 16% di grassi), disponibili in vaschette richiudibili da 150g ma la filiale starebbe già valutando l’ampliamento di gamma per il prossimo biennio tanto per la grammatura quanto per l’aromatizzazione del prodotto (erbe e spezie) anche in ragione del gradimento riscosso nelle aree test. Sulla base della filosofia aziendale “lessi is more” il prodotto è stato formulato per avere una composizione molto semplice (latte scremato, latticello, panna, sale e fermenti lattici) e priva di additivi (stabilizzanti o conservanti che siano) e, grazie alla lavorazione in asettico e confezionamento a caldo che avvengono in Danimarca, avrà una shelf life di 11 mesi. Per il posizionamento di prezzo la filiale italiana ha optato per un prezzo inferiore del 20-25% rispetto al leader di mercato a parità di confezione, con l’ambizione di raggiungere 40 punti di distribuzione ponderata nei prossimi 12-18 mesi. Un traguardo alla portata per un’azienda che con il Dofo crem già era riuscita a conquistare il palato italiano negli anni ’60-70.