Il Consiglio federale svizzero è contrario a due iniziative popolari

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Ieri il Consiglio ha raccomandato al Parlamento di respingere due iniziative popolari senza controprogetto. La prima è «Per la sovranità alimentare. L’agricoltura riguarda noi tutti» ed è stata depositata dal sindacato contadino Uniterre. Essa contiene, da un lato, richieste già considerate dall’attuale politica agricola; è il caso, per esempio, della promozione di un’agricoltura contadina, variata e sostenibile, della protezione delle terre coltive o del divieto di sovvenzioni alle esportazioni dal 2019. Dall’altro richieste in contrasto con la politica agricola della Confederazione, quali, ad esempio, un aumento della quota delle persone attive nel primario attraverso misure statali. Si punta, inoltre, all’imposizione di dazi supplementari sulle importazioni di derrate alimentari che non soddisfano lo standard di sostenibilità svizzero, anche se ciò va contro il diritto commerciale internazionale.

Se lo Stato intervenisse maggiormente sulle strutture e desse seguito alla richiesta di ulteriori interventi statali sul mercato aumenterebbe la differenza di prezzo rispetto ai Paesi limitrofi e sarebbe compromessa la competitività della filiera agroalimentare svizzera. Anche il settore del turismo e della ristorazione subirebbe dei contraccolpi in tal senso. Il margine di manovra della Svizzera nell’ambito dell’economia estera diminuirebbe a causa delle restrizioni alle importazioni con possibili ripercussioni negative sul mercato del lavoro. Il Consiglio federale raccomanda pertanto di respingere l’iniziativa senza controprogetto.

La seconda iniziativa popolare è «Per la dignità degli animali da reddito agricoli (Iniziativa per vacche con le corna)». Con l’iniziativa, chiarisce il Consiglio in una nota; si sancirebbe nella Costituzione che vacche e capre con le corna devono essere necessariamente sostenute finanziariamente, riducendo il margine di manovra per una promozione equilibrata di tutti gli aspetti del benessere degli animali.

Gli agricoltori che detengono consapevolmente animali da reddito con le corna percepiscono la decornazione come un’ingerenza sproporzionata nella dignità degli animali. Per tale motivo i promotori dell’iniziativa intendono far in modo che meno animali siano decornati. Ciò accadrebbe se la detenzione di animali con le corna fosse sostenuta finanziariamente dalla Confederazione. Concretamente nella Costituzione si sancirebbe che vacche, tori riproduttori, capre e becchi riproduttori siano sostenuti finanziariamente fintanto che gli animali adulti portano le corna.

L’articolo 104 della Costituzione già oggi prevede che la Confederazione promuova forme di produzione che siano particolarmente rispettose degli animali. Pertanto la detenzione di animali con le corna potrebbe essere sostenuta finanziariamente. Il Consiglio federale respinge tuttavia contributi specifici poiché nessuno studio dimostra che l’assenza di corna costituisca un pregiudizio eccessivo al benessere delle vacche o delle capre. Detenere animali con le corna, secondo il parere del Consiglio federale, è una decisione imprenditoriale degli agricoltori che devono decidere come affrontare il conflitto d’interessi tra la decornazione degli animali da un lato e il dispendio per la detenzione nonché il maggiore rischio di incidente dall’altro.

Un aiuto finanziario che non promuove globalmente il benessere degli animali, bensì considera unicamente l’aspetto delle corna, potrebbe inoltre comportare un aumento della stabulazione fissa nella quale il pericolo di ferimento per gli animali e i detentori è minore. Ma un incremento della stabulazione fissa rappresenterebbe uno sviluppo indesiderato.

Il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa senza controprogetto.