Il doping secondo Paschetta

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di Ivano De Noni. In un Paese in cui (metaforicamente) si cercano sempre nuove vacche da mungere c’è qualcuno che (realmente) si è rifiutato di farlo. Non illudetevi, il personaggio in questione non è un politico o un amministratore che vuole togliervi una tassa. Stiamo invece parlando di un certo Paschetta da quel di Saluzzo, assurto alle cronache perché in grado di spaccare con l’accetta 40 quintali di legna in un’ora, per avere conquistato il titolo di World International Champion di pigiatura con i piedi (23 quintali di uva in 60 minuti) e, per quel che mi interessa, entrando nel 2012 nel Guinness dei primati mungendo 4,5 litri di latte da una vacca in due minuti. Un simile palmarès gli è valso i complimenti della Curia e la benedizione apostolica tramite posta… certi salmi non possono che finire in gloria! Se non fosse accaduto che, al primo campionato del mondo di mungitura a mano (sic!), un giovane allevatore camuno stracciasse il suo record mungendo ben 8,7 litri di latte nello stesso tempo. E Paschetta? Lui al campionato non ha voluto partecipare motivando il gran rifiuto di mungere così: «Non c’erano controlli antidoping né alle vacche né ai mungitori». In merito all’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti da parte del mungitore non mi pronuncio, nell’eventuale positività dello stesso posso solo esprimere la mia solidarietà alla mammella della vacca. Purtroppo, in merito al doping delle vacche (non quelle del campionato) le recenti cronache rischiano di indurre il consumatore a dar ragione al Paschetta. È ancora viva l’eco dell’inchiesta “Via Lattea” che ha portato alla luce in alcune province italiane un traffico illecito di farmaci importati abusivamente e capaci di aumentare del 20% la produzione lattea. Non solo, altrettanto recente è la conclusione del processo in Valle d’Aosta per presunto doping delle vacche per potenziarne le capacità combattive e il peso, caratteristiche fondamentali per la “Batailles des reines”. Il dubbio del Paschetta ha quindi trovato conferma?

In realtà i numeri delle due inchieste sono limitati, ma non da minimizzare in termini di risonanza mediatica negativa per il comparto latte. Meglio perciò affidarci ai dati contenuti nella Relazione finale del “Piano residui nazionale” del ministero della Salute che riassume i dati relativi alle attività di controllo ufficiale effettuate per la ricerca di residui di sostanze ad effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate, medicinali veterinari e agenti contaminanti in animali vivi e prodotti di origine animale. Dati che rilevano una flessione delle non conformità rispetto gli anni precedenti. Dati assolutamente tranquillizzanti soprattutto per le non conformità dovute a sostanze dopanti. Niente allarmismi perciò, solo fatti marginali che, tuttavia, lasciano dubbi nei consumatori e certezze negli animalisti. Per tranquillizzare entrambi, un solo consiglio: mai chiedere a Paschetta!