Il Maiorchino

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La ruzzola: il gioco del Maiorchino

L’antichissimo “gioco del Maiorchino” risalente ai primi decenni del ‘600 e molto diffuso in passato in provincia di Messina, sopratutto nelle zone dei Nebrodi e dei Peloritani, sopravvive a Novara di Sicilia. La produzione del formaggio avviene proprio nel periodo corrispondente alla manifestazione e il festeggiarlo suona quasi come buon auspicio per le nuove forme preparate. La curiosa gara consiste nel far rotolare una forma di pecorino stagionato del peso di circa 10 chilogrammi lungo un percorso che si snoda per oltre due chilometri lungo le antiche e caratteristiche strade del centro storico del paese. Il lancio deve essere un misto di forza, precisione e interpretazione delle pendenze della strada, visto che vince la squadra che taglia per prima il traguardo impiegando il minor numero di lanci. Per lanciare le forme le squadre si aiutano con una “lazzada”: un laccio molto robusto che imprime maggiore forza al lancio e che aiuta anche a determinare la direzione voluta. Generalmente le squadre impiegate nel torneo sono circa 15, provenienti anche da altri paesi limitrofi e, per determinare le formazioni finaliste, si rende necessario effettuare prove eliminatorie che durano quasi tre settimane. Per tradizione, la finale del torneo si svolge sempre durante il martedì grasso, trasformandosi in una festa per tutto il paese: nella piazza si allestisce un vero e proprio ovile, dove i pastori, in abiti tradizionali, preparano piatti tipici. A ciò fa seguito il conclusivo ballo in piazza. Lo stesso tipo di gara viene effettuata nella vicina Fondachelli Fantina nel periodo primaverile: i concorrenti, riuniti in squadre, comprano delle forme di Maiorchino che vengono utilizzate sia come strumento che come premio della gara: la squadra vincente, infatti, porta a casa tutto il formaggio.

Foratura con minacino e pressatura manuale per favorire la fuoriuscita del siero dalla pasta
Una fase della curiosa gara “il gioco del Maiorchino”

Il Presidio

Il Maiorchino è un pecorino straordinario che sta rischiando di estinguersi poiché la tecnica di produzione richiede tempo, esperienza e cura, la stagionatura è lunga e costosa e il mercato non premia con un prezzo adeguato. Il Presidio, in collaborazione con il Consorzio Ricerca Filiera Lattiero-Casearia di Ragusa, vuole convincere i casari a riprendere la produzione di un formaggio che ha grandi potenzialità, ma che per ora è prodotto esclusivamente su ordinazione.

Vincoli con l’ambiente

Il territorio interessato alla produzione riguarda la provincia di Messina e principalmente i Comuni di Santa Lucia del Mela, Novara di Sicilia, Basicò, Tripi, Mazzarrà Sant’Andrea, Fondachelli, Montalbano Elicona sul versante Nord dei Monti Peloritani, in quell’angolo della Sicilia, dove i pascoli sono abbondanti e ricchi di essenze foraggiere spontanee. È un formaggio che viene ancora oggi prodotto con tecniche tradizionali molto antiche.

Area di produzione: Novara Sicula

Novara di Sicilia è un paese in provincia di Messina, situato al confine tra i monti Nebrodi e i Peloritani, a 650 m. In questa località, raggiungibile partendo da Giardini Naxos, si ammirano suggestivi scorci panoramici. Lo stemma di Novara di Sicilia è rappresentato da un albero di noce; le sue origini affondano nella preistoria come attestano le contrade di Casalini e di Sperlinga; il paesaggio naturale, con la Rocca Salvatesta e la Rocca Leone, le neviere e la pineta di Mandrazzi, offre una serie di elementi fortemente caratterizzanti la geologia, la flora e la fauna del luogo. Numerosi mulini idraulici, oggi ridotti a pochi esemplari, si trovano lungo il torrente San Giorgio ubicato all’inizio del paese, offrendo un interessante esempio di archeologia industriale.

Storia

Novara di Sicilia: il nome più antico glielo diedero i Sicani e fu Noa che significa maggese, data la vocazione agricola della zona. Nel corso della sua storia fu cambiato in Novalia (campo di grano) a opera dei Romani; in Nouah (giardino, orto, fiore) dagli Arabi, per arrivare al Medio Evo in cui troviamo documentati: Nucaria, La Nuara, La Nucharia, Nugaria, Nutria, Nutharia, Nocerai, Noara fino all’odierna Novara. In provincia di Messina vanta origini preistoriche (mesolitico) testimoniate dalla presenza di rudimentali abitazioni scavate all’interno della roccia Sperlinga e dai ritrovamenti di frammenti di ceramica e di vasi. La città nei secoli passati godeva di una meritatissima fama per i suoi ebanisti, fabbri e scalpellini i quali, tra l’800 e i primi del ‘900, le hanno fatto meritare l’appellativo di “Paese di Pietra” non soltanto per le strade realizzate in pietra, ma anche per le opere di taglio e lavorazione dell’arenaria e del “Cipollino”, una pietra rossa marmorea, ben visibili nelle chiese e nei palazzi. Durante il primo decennio del 1900 la cittadina poté godere di un periodo di rinascita economica grazie anche all’apporto delle rimesse degli emigrati sparsi per il mondo che, in gran numero, esportarono l’arte in cui erano maestri.

 

Veronica Alloisio