Imbriago al vino bianco

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Zona geografica di origine e di produzione

Il Formajo imbriago è prodotto a Pieve di Soligo, in Veneto, in provincia di Treviso. Il nome è un composto di “pieve” e del nome locale Soligo (dal nome latino di persona Sulla o Solius). Il Comune di Pieve di Soligo, situato a 132 m s.l.m., ha una popolazione di circa 12000 abitanti, detti pievigini e fa parte del Bacino Idrografico del Fiume Piave e della Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane.

Vincoli con l’ambiente

La messa a punto di questo formaggio nasce dalla propensione di Latteria Soligo di innovare nella tradizione grazie anche allo spirito di collaborazione tra diversi attori presenti nel territorio. In particolare l’Altamarca Trevigiana: un’area conosciuta per la viticoltura e la sua produzione di vini di altissimo livello, grazie anche alla presenza in loco della prima scuola enologica d’Italia, la “Scuola Enologica G.B. Cerletti” di Conegliano che opera dal 1876.

Storico

La tradizione narra che il metodo di affinamento fu scoperto, quasi per caso, nel corso della I Guerra Mondiale quando, durante la ritirata delle truppe austriache, i soldati facevano razzia di generi alimentari nelle zone rurali venete e i contadini, per salvare il formaggio, lo gettavano nei tini di mosto dove i soldati non andavano a ispezionare, perché si trattava di prodotto in lavorazione poco utile alle truppe. Così il formaggio si affinò nel vino, originariamente un Monovitigno rosso come il Cabernet o il Raboso Piave, prendendo un gusto davvero particolare. Lo scopo di questo “trattamento” era solo di evitare i furti di formaggio e mai si sarebbe immaginato che il risultato fosse così particolare e interessante da far sì che il procedimento venisse poi attuato su larga scala, tanto da diventare una raffinata e rinomata tecnica di affinamento. La Latteria di Soligo conserva quindi la tradizione, ma allo stesso tempo riscrive la storia realizzando un formaggio capace di coniugare l’esperienza enologica della scuola di Conegliano e quella casearia della cooperativa di Soligo e declinandone la tecnica sul territorio con l’utilizzo del vino Manzoni Bianco (frutto della ricerca della scuola enologica grazie al lavoro del professor Manzoni).

Geografico

Il territorio si presenta per 2/3 pianeggiante e per 1/3 collinare. Il colle di San Gallo, che sovrasta il paese di Soligo, chiude idealmente a nord la pianura di Pieve, assieme ai colli che dominano su Solighetto; a sud fanno da confine le colline di Collalto e Colfosco di Susegana. L’arco delle Prealpi Bellunesi, con le sue cime (le più importanti sono quelle del Monte Cesen e del Col de Moi), incornicia a nord la piana e le colline di Pieve; questo fronte montuoso può essere valicato attraverso i passi di San Boldo e di Praderadego.

Aree naturali

Malgrado la vasta urbanizzazione che ha interessato Pieve di Soligo nel secondo Novecento, con aree residenziali e industriali in crescita, ai margini delle zone densamente edificate ne restano altre di valore ambientale, sulle quali spiccano quelle interessate dal corso dei due fiumi Lierza e Soligo.

Idrografia

Il Soligo è un fiume italiano della provincia di Treviso, in Veneto. È considerato il fiume più corto d’Italia (è “lungo” solo 24 km) e il suo bacino idrografico si stende per 125,7 kmq. È alimentato dal canale artificiale detto la Tajada, emissario dei due laghi di Revine Lago: lago di Lago e lago di Santa Maria. Questo torrente prende il nome di Fiume Soligo solo dopo aver attraversato l’abitato di Soller. Percorre poi la Valmareno in direzione ovest e, presso Follina, dove nasce il fiume Follina, di natura carsica, raccoglie le acque da un bacino sotterraneo, sgorga alla base di una ripida parete rocciosa vicino all’Abbazia di Follina e piega poi verso sud, gettandosi infine nel Piave a sud-est di Falzè di Piave. Tra gli affluenti spicca il Lierza, il torrente che muove la ruota del molinetto della Croda di Refrontolo. Lungo il fiume, verso la frazione Solighetto, si trova inoltre il maglio di Pradella: un antico stabilimento, ancora funzionante, dove avveniva e tuttora avviene la lavorazione del ferro. È dotato di tre ruote ad acqua e, al suo interno, si può avere testimonianza di come, prima dell’industrializzazione, si forgiassero manualmente gli utensili agricoli. Le acque del fiume Soligo, poco inquinate, sono riserva di pesca: la pesca principale è per la trota Fario con esche naturali e artificiali. Una caratteristica del fiume è la sua portata costante con aumento del livello dopo temporali. Il fiume Soligo divide la frazione capoluogo in due contrade denominate “Contà” e “Trevisan”: fra le quali sussiste una grande rivalità tanto che, in occasione della sagra paesana chiamata “Lo Spiedo Gigante”, si svolge, il Tiro alla Fune che un tempo si disputava a cavallo del ponte sul Soligo.

 

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