Imporsi sul mercato mondiale? Serve più cooperazione

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Come affrontare le sfide che interesseranno il comparto lattiero-caseario nei prossimi anni, anche a seguito dell’abolizione del regime delle quote? Un convegno organizzato dall’Alleanza delle cooperative italiane del settore agroalimentare ha permesso di individuare la strategia da adottare per competere al meglio a livello internazionale

People Export e competitività di filiera: queste le fondamenta su cui costruire il futuro del settore lattiero-caseario italiano ed europeo, nonché le risposte agli interrogativi inerenti le prospettive del comparto, sia nella situazione attuale che nel medio periodo, a seguito del superamento del regime delle quote latte. Se n’è parlato durante un convegno organizzato a Bologna, a fine gennaio, dall’Alleanza delle cooperative italiane del settore agroalimentare, che ha visto, tra gli altri, l’intervento di Brigitte Misonne, responsabile Ufficio politiche e analisi di mercato della Commissione europea, e di Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, il quale ha sottolineato come il processo di riforma della politica agricola comunitaria rappresenti una straordinaria opportunità per la filiera nazionale del latte, ma “è necessario che la fase post-quote sia gestita al meglio, per evitare un ulteriore momento di profonda incertezza per un settore già duramente colpito dagli effetti della crisi economico-finanziaria”.

Ottime prospettive per i formaggi

Lo scenario che è stato delineato per il comparto prevede che dopo il 1º aprile 2015, a seguito dell’abolizione delle quote latte, la produzione tenderà ad aumentare, raggiungendo, nel 2023, i 150 mln di t di latte nell’Ue e facendo registrare un sensibile incremento anche nella produzione di formaggi, che si presume sfiorerà gli 11 mln di t, di cui 1 destinato all’esportazione. Qualche aumento potrà verificarsi negli Stati che da sempre sono maggiori produttori, ma sarà almeno in parte assorbito da una crescita dei consumi attesa nei Paesi di nuovo ingresso nell’Ue e dalle richieste del mercato internazionale, in particolare delle economie emergenti.

Gran parte della produzione di latte supplementare verrà destinata alla fi liera dei formaggi, il settore che, tra tutti, sarà in assoluto più potenziato da un mercato mondiale in evoluzione e da una domanda europea in costante crescita. Dinamiche, queste, che, anche grazie alla tenuta dei prezzi mondiali dei formaggi e del latte scremato in polvere, permetteranno di stabilizzare il prezzo del latte alla stalla nell’Ue nel lungo periodo, al di là di leggere oscillazioni sempre possibili. La nuova normativa comunitaria, inoltre, offrirà molte opportunità, ha confermato Misonne.

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Piani produttivi e garanzie agli allevatori

made in italy

Le leve competitive del sistema organizzato, ha evidenziato durante il convegno l’Assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, sono il governo della produzione attraverso la programmazione e l’innalzamento dei livelli qualitativi e distintivi delle produzioni DOP. Il Pacchetto Latte, che insieme al Pacchetto Qualità ha apportato importanti novità dal punto di vista del sistema di tutela delle eccellenze, ha consentito di programmare e gestire la produzione dei formaggi DOP rendendo possibile l’equilibro tra domanda e offerta ed evitando eccedenze produttive che porterebbero a variazioni di prezzo danneggiando la stabilità del mercato.

«L’entrata in vigore del Pacchetto Latte – ha chiarito Giuseppe Alai, presidente del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano – affida ai produttori la guida e il coordinamento della filiera attraverso i piani produttivi quale strumento fondamentale per un efficace approccio al mercato; non bisogna perdere questa occasione per migliorare ulteriormente il livello di efficienza, così da garantire reddito e prospettive ai soci produttori». Anche il presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano Cesare Baldrighi è intervenuto, sostenendo che «al di là dell’evoluzione dei sistemi produttivi europei, l’obiettivo del suo Consorzio sarà offrire maggiori garanzie per una prospettiva produttiva agli allevatori delle aree vocate, sostenendo quanto più possibile la trasformazione del latte in Grana Padano e promuovendone contemporaneamente la conoscenza e la commercializzazione nei mercati internazionali, sia vecchi che nuovi».

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