Innovazione, essenziale per la sopravvivenza delle aziende

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Innovazione nelle aziende di trasformazione

Il settore della trasformazione, invece, investe risorse nella ricerca di tipologie di prodotti innovativi, che vadano incontro alle nuove esigenze dietetiche e nutrizionali del consumatore. Alcune aziende hanno completamente automatizzato i processi produttivi, soprattutto per quanto riguarda la porzionatura, il confezionamento e l’imballaggio. Le innovazioni di processo interessano la modifica di alcune operazioni tecnologiche e l’acquisto di macchinari.

La sfida è far andare di pari passo le nuove tecnologie con il rispetto dei parametri organolettici e la tradizione casearia italiana. Un formaggio solo per il fatto di essere tradizionale non è necessariamente competitivo. La tradizionalità da sola non è in grado di influenzare significativamente le scelte del consumatore. Largo quindi alla ridefinizione dei prodotti tradizionali in chiave nutrizionale, salutistica e con uno stretto legame tra territorio ed ambiente.

I consumatori sono sempre più interessati alla sicurezza e alla qualità alimentare e al rapporto alimentazione- salute. L’industria lattiero-casearia dovrà stare al passo proponendo alimenti tradizionali evoluti e alimenti innovativi. Il vantaggio competitivo si creerà con l’innovazione di processo e prodotto. Ne sono un esempio l’utilizzo di prebiotici e probiotici per la produzione di alimenti ad alta valenza funzionale, soprattutto gelati e formaggi freschi, e la rivalutazione delle produzioni lattiero-casearie tradizionali realizzando prodotti innovati.

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”Tecnologia utile, ma attenzione ai costi”]

Terenzio Borga, presidente di Aprolav, Associazione Lattiero Casearia del Veneto, che nello scorso dicembre ha sostituito il Distretto Veneto Lattiero Caseario

Le innovazioni tecnologiche e, più in generale, la tecnologia possono essere molto utili all’azienda in termini di produttività, diminuzione del lavoro manuale, tracciabilità del prodotto e così via. Ma possono costituire anche un handicap qualora i costi di investimento siano troppo alti da essere ammortizzati nel breve periodo. Purtroppo attualmente, le aziende più tecnologicamente avanzate sembrano subire gli effetti negativi della crisi più delle altre.

A causa della difficoltà ad accedere al credito, infatti, molte si trovano nell’impossibilità di pagare gli investimenti effettuati. La tecnologia è un costo, a volte troppo alto per le aziende che hanno redditività bassa, come quelle della produzione primaria di latte o i piccoli caseifici. Detto questo, ben vengano le ricerche e lo sviluppo di nuove tecnologie, che se scelte con lungimiranza possono aiutare le aziende del settore.

Si parla continuamente di nuovi prodotti, di rilevatori di calore, di robotizzare non solo le operazioni di mungitura ma anche l’alimentazione animale e la gestione della stalla. Personalmente trovo molto interessante lo sviluppo di nuovi parametri per il pagamento del latte qualità, basati sulla caseificabilità delle proteine. Il latte verrebbe pagato, non solo secondo i parametri attuali, ma anche in base all’effettiva attitudine casearia (resa casearia e velocità di caseificazione).

Un’ulteriore tendenza è di sviluppare mercati ad hoc, penso soprattutto ai Paesi emergenti, per prodotti ad alto reddito, che nel nostro caso sono i formaggi stagionati. Non possiamo infatti pensare di concorrere sul mercato del latte in polvere e delle cagliate.
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Automazione nel rispetto della tradizione

Tra le innovazioni coinvolte in tutti i processi aziendali spicca l’automazione, che non può prescindere da soluzioni tecnologiche dedicate come i sensori e gli attuatori intelligenti, i sistemi di supervisione con software applicativo per elaborazione dati, il controllo di processo, i sistemi di visione. Le nuove tecnologie relative ai sistemi di automazione, di strumentazione e di controllo continuano a riguardare, nella maggioranza dei casi, le aziende di grandi dimensioni, meno le piccole, che contano ancora su produzioni in cui l’impatto della manodopera è molto elevato.

Il mercato sempre più globalizzato e le normative europee in tema di tracciabilità, però, richiedono processi ad alto grado di automazione per la tracciabilità del prodotto e quindi per la conservazione dei dati, la ripetibilità dei processi e la sicurezza igienico- sanitaria degli alimenti anche grazie al controllo dei cicli di lavaggio CIP.

Difficile, poi, parlare di automazione senza piattaforme ERP, essenziale per gestire aspetti tipici del settore: manutenzione impianti, flotta automezzi, statistiche e report dinamici, turni di lavoro del personale, presa ordini /carico di magazzino /inventario con strumenti di mobility. La ricerca si concentra sulla creazione di software sempre più innovativi per gestire l’operatività, l’efficienza e il controllo delle aziende lattiero-casearie.

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”Stalle sempre piĂą tecnologiche”]

Alessandro Gastaldo, CRPA S.p.A. di Reggio Emilia

Nel campo dell’innovazione legata allo svolgimento delle operazioni di stalla si stanno raggiungendo obiettivi sempre più ambiziosi grazie ai progressi dell’elettronica e della robotica. Dopo il successo dei robot di mungitura, si stanno introducendo ulteriori sistemi automatizzati per lo svolgimento di varie attività, quali l’alimentazione e la pulizia della stalla. Parimenti, grazie al perfezionamento dei dispositivi elettronici e dei software applicativi, si va affermando una zootecnia di precisione, ossia una gestione personalizzata degli animali attuata in base alle caratteristiche individuali, monitorate in continuo grazie a sensori e rilevatori di vari parametri e all’elaborazione dei dati raccolti con sistemi esperti di diagnosi e gestione.

Al fondo di queste tematiche emergenti rimane comunque perdurante il problema della ricerca di condizioni gestionali di massima efficienza produttiva al fine di “reggere” in un mercato sempre più competitivo e con margini economici molto ridotti. A questo decisivo obiettivo, la tecnologia può indubbiamente offrire un contributo determinante. Tuttavia, anche la spinta all’innovazione può, se eccessiva, diventare un fattore di diseconomie e compromettere i risultati produttivi, essendo fondamentale tenere conto delle ricadute di ogni investimento in termini di effettivo rapporto costi-benefici.
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