La ricerca e il settore lattiero-caseario

2255

Fotolia_60961836_XXLL’innovazione di processo e di prodotto è un fattore chiave per la competitività e la crescita economica del settore alimentare. A questa regola non sfugge il comparto lattiero-caseario soprattutto in un contesto di forte volatilità del mercato per prezzi e tipo di domanda. È evidente che le misure messe in atto dall’UE non possono rappresentare i soli strumenti (peraltro neanche i più idonei) per affrontare questo scenario e per migliorare la competitività del comparto lattiero-caseario. Determinante per l’impresa diventa quindi l’investimento in ricerca per produrre innovazione, ma anche per poter integrare e implementare innovazioni sviluppate al di fuori dell’impresa stessa.

Ma chi può affrontare questo investimento economico? Da un punto di vista economico, pochi, visto che la ricerca e sviluppo “in proprio” è accessibile solo per le grandi multinazionali lattiero-casearie europee. Il resto è un’evidente staticità in termini di innovazione di prodotto e di processo, innovazione che le piccole e medie imprese non sono in grado da sole di affrontare. Con una forte differenziazione per esigenze e propensione verso attività di ricerca tra aziende che operano in filiere del latte tradizionali o industriali.

Nel nostro Paese la bassa propensione all’innovazione è tuttavia anche un fattore culturale. Le aziende lattiere di piccole e medie dimensioni non hanno competenze specifiche, non sono capaci di cogliere il potenziale delle innovazioni esistenti. Un quadro normativo ingessato e l’idea che l’innovazione sia la morte della tradizione fanno il resto e impediscono di implementare i risultati della ricerca soprattutto nell’ambito delle produzione casearie, tipiche e non.

Comprendere come, quando e dove innovare richiede oggi un maggior coordinamento tra imprese lattiere e mondo della ricerca. L’integrazione e l’interazione tra questi soggetti sono determinanti per definire strategie di innovazione che coinvolgano a lungo termine scienza, tecnologia e mercato. Eppure, la ricerca, soprattutto quella accademica, viene frequentemente percepita dalle imprese lattiero-casearie come qualcosa di avulso dalla realtà produttiva e di mercato. Quel poco o tanto di innovazione che attua l’impresa lattiera è quindi spesso solo il risultato dell’interazione con fornitori o acquirenti, Gdo in primo luogo, e del tentativo di soddisfare le loro proposte e richieste. Innovazione non meno necessaria sia chiaro, ma che non anticipa il mercato, semmai lo insegue. Un tipo di innovazione che comunque non è facilmente attuabile in filiere tradizionali come quelle delle produzioni casearie tradizionali e Dop.

Impossibile pensare a un più stretto rapporto tra mondo della ricerca e realtà produttiva? Non credo, e proprio su questo tema “Il Latte” organizza l’8 giugno nel Palazzo della Cultura di Tecniche Nuove un momento di incontro tra ricerca, arte casearia e impresa. Un’occasione per ragionare su come supportare l’innovazione e il trasferimento tecnologico per valorizzare al massimo il latte.