Nasce l’Oro di Malga

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SAM_0329La cooperativa vicentina Latterie Vicentine presenta con orgoglio un nuovo progetto: Oro di Malga, formaggio di malga ottenuto da latte raccolto nelle malghe dell’Altopiano di Asiago.

«Da sempre ci impegniamo a raccogliere anche il latte in luoghi difficili da raggiungere – spiega Alessandro Mocellin, presidente di Latterie Vicentine – sostenendo alti costi di trasporto, ma in questo modo riusciamo ad assicurare il mantenimento dei piccoli allevatori che altrimenti scomparirebbero, in montagna in particolare. Questo nuovo formaggio di malga nasce proprio dall’esigenza di valorizzare una tradizione importante come quella dell’alpeggio. Molte delle nostre malghe non lavorano il latte – precisa Mocellin – e c’era il bisogno di raccogliere e utilizzare questa preziosa materia prima. Abbiamo selezionato 7 malghe, delle 20 che abbiamo in montagna, per questo progetto: una scelta dettata solo da motivi logistici». Il progetto è partito quest’anno: da maggio a settembre sono stati raccolti e trasferiti nello stabilimento di Bressanvido circa 1500 quintali di latte che sono stati usati per produrre 2000 forme di formaggio. Dopo la necessaria stagionatura, da fine anno l’Oro di Malga sarà distribuito negli spacci della cooperativa e in negozi accuratamente selezionati del normal trade. La novità sarà presentata ufficialmente ai soci nel corso di “Latterie Vicentine in festa”, evento cardine della Festa della transumanza (26 settembre-6 ottobre) previsto per domenica 4 ottobre.

Le malghe di Latterie Vicentine
Sono aziende agricole di tipo famigliare che preservano la biodiversità e la tutela dell’ambiente attraverso attività come la pulizia dei prati dalle erbe infestanti, dei sentieri, opere di esbosco, tutti lavori che contribuiscono alla prevenzione del dissesto idrogeologico. «Il lavoro del malgaro – spiega Marino Pagiusco, padre della Festa della Transumanza da 17 anni – non è semplice, è fatto di sacrifici. Lo facciamo per amore e per passione. Amore per le nostre vacche, per questa terra e per una tradizione secolare. Io non potrei rinunciare alla malga. Fa parte di me».