Pastorizzazione fai da te?

2020

Fotolia_80303187_XXLNon bastassero i già numerosi siti internet che “insegnano” a pastorizzare il latte, una notizia di qualche mese fa sul web riporta la formidabile invenzione di un’apparecchiatura per pastorizzare e confezionare il latte direttamente nella stalla. L’idea (?) è recentemente venuta a due russi che hanno brevettato (con il nome “30 sec Milk™”) nel loro Paese e in Germania la straordinaria macchina, a loro dire già pronta per la produzione a livello industriale e per la distribuzione sul mercato. La notizia è stata subito sfruttata per rinfocolare la guerra contro l’industria del latte alimentare che opprime economicamente l’allevatore, proponendo la macchina ideata dai due russi come una straordinaria opportunità di affrancamento dall’oppressore e di incrementare i guadagni accorciando la filiera dal produttore al consumatore.

Tecnicamente, la macchina darebbe all’allevatore la possibilità di preparare in trenta secondi (“30 sec Milk™”, appunto) latte pastorizzato confezionato a partire dal latte proveniente direttamente dalla mammella. Geniale? Basterebbe solo il filmato realizzato in stalla per preoccuparsi della bontà dell’idea, con la mirabolante macchina che si aggira (in quanto carrellata…) tra vacche, lettiera e deiezioni e, soprattutto, con la bobina di film plastico per i contenitori nelle medesime condizioni di contaminazione ambientale.

Non conosco le normative russe in materia di igiene degli alimenti, ma sono sicuro che in tali condizioni nessuna apparecchiatura permetterebbe di avere “la massima igiene”, come sostenuto dai due inventori, e soprattutto nessuna rispetterebbe le norme comunitarie. Mi chiedo se nel manuale d’uso saranno spiegati all’allevatore i concetti basi della microbiologia e della sanificazione? Sarà indicato come controllare se il latte è pastorizzato? Impossibile pensare che a qualcuno verrà in mente di utilizzare il pastorizzatore per il latte dei vitelli? Eppure certe novità, per modo di dire, suscitano più interesse di quanto si possa immaginare (io stesso ne scrivo). Quindi, “Pastorizzazione fai da te?”. Riprendendo un famoso tormentone pubblicitario risponderei “Ahi ahi ahi”, nel caso più che probabile che il novello allevatore-pastorizzatore dopo aver accorciato la filiera possa aver accorciato anche l’aspettativa di vita di qualche consumatore.

Non scherziamo, pastorizzare il latte è cosa seria, farlo alla stalla (non nella stalla) è possibile, ma solo con attrezzature e strutture idonee e conformi alle norme cogenti per chiunque produca latte alimentare. A ognuno il suo mestiere, all’allevatore il compito di produrre latte crudo con le migliori caratteristiche igieniche e sanitarie, al trasformatore il dovere di remunerarlo in proporzione e di pastorizzarlo nelle condizioni migliori per garantire al latte sicurezza e il massimo delle qualità nutrizionali e sensoriali.