USA, mercato mai sazio di agroalimentare made in Italy

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Tra il 2010 e il 2014 l’export italiano – esclusi i servizi – è cresciuto di 61 miliardi, toccando i 398 miliardi di euro. Nello stesso periodo, la bilancia commerciale complessiva è migliorata di quasi 73 miliardi passando da un saldo negativo di 30 miliardi a un saldo positivo di 42,9 miliardi, mentre per i manufatti la bilancia commerciale italiana ha registrato una crescita di 62 miliardi passando da 38 a 99 miliardi di euro di attivo con l’estero. Questi sono alcuni dei dati diffusi dall’Osservatorio GEA-Fondazione Edison, uno strumento di analisi innovativo delle dinamiche e delle prospettive dell’export italiano, voluto da GEA Consulenti di Direzione (società di consulenza strategica) e Fondazione Edison. Dall’Osservatorio di quest’anno emerge che l’Italia è uno fra i 5 Paesi al mondo (insieme a Cina, Germania, Giappone e Corea del Sud) ad avere un surplus commerciale per i manufatti industriali superiore ai 100 miliardi di dollari (131 miliardi di dollari nel 2013, fonte WTO) ed è il secondo Paese del mondo occidentale dopo la Germania (fonte Eurostat).

Da questa nuova edizione dell’Osservatorio GEA-Fondazione Edison risulta che l’Italian food ha rappresentato nel 2013 un importante driver di crescita dell’export.

Dall’analisi dei dati emerge, inoltre, che gli Stati Uniti sono in assoluto il terzo mercato di esportazione dell’Italia, dopo la Germania e la Francia, con un export complessivo italiano verso gli USA di 29,8 miliardi di euro e un surplus di 17,3 miliardi, il più alto che l’Italia ha avuto nel 2014 negli scambi bilaterali.

Il mercato americano, in particolare, è sempre più focalizzato sul settore agro-alimentare e presenta il maggiore potenziale di crescita; basti considerare che nel 2014 il 10% circa dell’export italiano è stato proprio verso il mercato statunitense. I primi 10 casi provinciali-settoriali per più elevato export agro-alimentare verso gli USA nel 2014 sono: Firenze, Lucca, Grosseto, Milano e Perugia per gli olii e i grassi vegetali e animali; Modena per gli altri prodotti alimentari; Napoli per i prodotti da forno e farinacei; Salerno per la frutta e gli ortaggi lavorati e conservati; Sassari e Parma per i prodotti delle industrie lattiero-casearie. Nel 2014 il surplus commerciale con l’estero delle “4A” del Made in Italy (Alimentari-vini; Abbigliamento-moda; Arredo-casa; Automazione-meccanica-gomma-plastica) conferma un andamento positivo toccando un nuovo record di 128 miliardi di euro.