Granarolo affina le strategie per una transizione ecologica ed equa dell’intera filiera

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Granarolo, Ferrari, Cremona

Nel bilancio di sostenibilità relativo al 2020 Granarolo ha riaffermato il suo impegno e il suo contributo attivo per il raggiungimento degli obiettivi indicati nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Il player ha appena presentato gli aggiornamenti sui tre i progetti che ha deciso di intraprendere dal 2018.

Dovremo dimostrare tutti di essere capaci di produrre di più, nel rispetto della natura e degli animali che alleviamo, di produrre impattando meno possibile, sprecando di meno e riducendo le nostre emissioniGianpiero Calzolari, presidente Granarolo

In merito al primo, “benessere animale alla stalla” rimandiamo ai box di approfondimento. Circa il secondo, “riduzione della plastica”, Granarolo ambisce ad abbassare le emissioni di CO2 di 3.787 t CO2 eq. entro fine anno nel triennio 2018-2021. Il dato atteso nel 2021 è di 1.061 t di CO2 eq. In tale contesto, gli interventi realizzati dal gruppo nel 2020 sono stati: la riduzione della plastica e l’impiego di rPET nella produzione delle preforme e del flow pack dello stracchino; l’uso di vasetti di carta per il confezionamento dello yogurt Yomo.

Dairy Sustainability Framework: uniti per difendere l’ecosistema
Granarolo ha aderito al Dairy Sustainability Framework.
La piattaforma internazionale coinvolge associazioni internazionali e alcune delle più maggiori player lattieri mondiali per trovare soluzioni comuni e condividere azioni in tutto il settore lattiero-caseario volte ad accelerare l’azione contro il cambiamento climatico, partendo dalla riduzione della produzione di gas serra (in primo luogo il metano). A tal fine sono in corso ricerche per identificare e sviluppare metodologie, strumenti e percorsi in tutti i sistemi e le regioni di produzione lattiero-casearia del mondo.

Il “piano antispreco” è l’oggetto del terzo e ultimo progetto. A tal proposito, nel 2020 Granarolo ha allungato la shelf life delle paste filate destinate all’estero da 26 a 30 gg. Contemporaneamente ha venduto 1301 q (25% del totale) di prodotti a data corta all’interno degli spacci a proprio marchio (rete che il gruppo continua ad ampliare). L’impegno per il 2021 è di allungare la shelf life dei prodotti caseari venduti in Italia. E, in secondo luogo, grazie alla Campagna Too good to go, sensibilizzare il consumatore sulla possibilità di un consumo del prodotto anche oltre la data di scadenza per gli alimenti provvisti di termine minimo di conservazione.

Il nuovo Comitato scientifico traccerà le basi della transizione ecologica ed equa della filiera agro-zootecnica
In occasione della presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2020, Granarolo ha ufficialmente dato inizio al Granarolo Sustainable Transition. Un programma di transizione ecologica ed equa della filiera dei 633 soci della cooperativa che controlla la S.p.A. Con 8,5 milioni di quintali di latte lavorato, Granarolo rappresenta oggi la maggiore azienda lattiero-casearia italiana e anche la filiera dalla quale può arrivare il maggiore contributo in termini di riduzione dell’impatto ambientale. Granarolo Sustainable Transition si articola su tre assi:
1) Benessere animale e uso razionale dei farmaci alla stalla
2) Alimentazione degli animali
3) Riduzione dell’impatto ambientale legato alla produzione di latte.

Agli indicatori qualitativi e relativi al benessere animale, che da anni vengono misurati e sono oggetto di un progetto di miglioramento continuo rendicontato annualmente nel Bilancio di sostenibilità, si aggiungeranno azioni mirate.
Gli indicatori, le metodologie e il percorso che Granarolo seguirà vengono dal lavoro avviato da un comitato scientifico guidato da Gianni Gilioli, presidente del Corso di Laurea in Sistemi Agricoli Sostenibili dell’Università di Brescia ed esperto in valutazione e gestione della sostenibilità e della qualità delle filiere agroalimentari, a cui si affiancano Alfonso Zecconi, coordinatore del Corso di Perfezionamento sui Nuovi Approcci Gestionali per un Allevamento di bovini da latte sostenibile del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e Andrea Formigoni, professore di Nutrizione e Alimentazione Animale del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna.