Ismea: quotazioni in salita per i formaggi, pecorini in particolare

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Ismea ha appena diffuso il report Agrimercati 2/2023che illustra la congiuntura agroalimentare del primo trimestre 2023. Ecco i daiti sul lattiero-caseario.

Come sta andando per il dairy: il contesto internazionale…

Nei primi mesi del 2023 la tensione sul mercato lattiero-caseario mondiale ha iniziato a rallentare, grazie al calo dei prezzi delle materie prime e una ripresa della produzione di latte nel bacino boreale. Nell’UE, Germania (+3% a gennaio-febbraio 2023), Paesi Bassi (+4,4%), Polonia (+1,3%), Danimarca (+1,0%) hanno aumentato le consegne. Ciò ha sostenuto la produzione industriale di formaggi +1%, latte scremato in polvere +4,3 e burro +3,4%. Nel mese di marzo i prezzi alla stalla medi UE si attestano a 50,38 euro/100 kg e la previsione di aprile indica un calo di almeno il 3%.

… e quello nazionale

A livello nazionale, le consegne di latte sono ancora in forte diminuzione (si stima -5% nei primi tre mesi del 2023) come conseguenza di costi di produzione ancora molto elevati: l’indice Ismea nel primo trimestre 2023 evidenzia ancora una variazione positiva dei prezzi dei mezzi correnti (+18,5%), soprattutto per quanto riguarda i mangimi e i prodotti energetici (rispettivamente +25% e +34%). I prezzi alla stalla risultano essere molto elevati (57,3 euro/100 litri nel primo trimestre, +36,5%). Tuttavia le quotazioni del latte spot sulla scia delle dinamiche continentali delle principali commodity casearie lasciano intendere per i prossimi mesi un cambio di rotta.

Nel primo trimestre 2023 i prezzi all’origine dei prodotti lattiero-caseari hanno mediamente segnato un +24,1% rispetto a un anno fa. Aumento sostenuto anche dai formaggi duri (+13,6%): +24% per il Grana Padano e +0,9% per il Parmigiano Reggiano rispetto a gennaio-marzo 2022. Ma i prezzi dei formaggi stanno mostrando un cedimento progressivo su base congiunturale. In ribasso anche i prezzi delle materie grasse, con il burro che ha perso oltre il 33% nel confronto con i primi tre mesi dello scorso anno.

Per quanto riguarda gli scambi con l’estero, nel 2022 le esportazioni lattiero-casearie made in Italy hanno superato i 5 miliardi di euro (+19%). Il concomitante rialzo più che proporzionale dell’import (+39%) tuttavia ha riportato in negativo il saldo della bilancia commerciale (11 miliardi di euro). Per il comparto dei formaggi, l’Italia si è confermata nel 2022 il terzo esportatore mondiale, dietro Germania e Paesi Bassi e avanti alla Francia. Il fatturato caseario italiano ha infatti superato i 4,4 miliardi di euro (+19% rispetto al 2021), a fronte di spedizioni in crescita, seppure a un ritmo più contenuto (+7% in volume).

Il quadro per l’ovicaprino

Dopo gli aumenti registrati nel corso del 2022 il Pecorino Romano ha raggiunto quotazioni record nel primo trimestre 2023: 14 euro/kg all’ingrosso a marzo, con una crescita prossima al +40%. Ciò continua a trainare al rialzo pure i prezzi del latte ovino, remunerato in Sardegna a 132 euro/100 litri. I prezzi elevati del Romano, se da un lato hanno incentivato le produzioni facendo registrare un +15,4% nella campagna in corso (periodo ottobre-marzo), dall’altro lato hanno scoraggiato la domanda estera. I volumi esportati di pecorino hanno perso il 7,7% mentre a valore la crescita si assesta a +16,7%.

 

Fonte: Ismea