Crisi e consumi

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L’EFSA ha di recente pubblicato l’Eurobarometro 2022 “Food safety in the EU”. L’indagine, condotta dopo l’inizio del conflitto ucraino, ha valutato gli elementi con cui i consumatori dell’UE determinano la propria opinione sulla sicurezza alimentare e orientano le proprie scelte di acquisto. Elementi che offrono la possibilità di trarre importanti spunti anche per il presente e il prossimo futuro del mercato dei prodotti lattiero-caseari.

Per esempio, secondo i dati dell’Eurobarometro 2022, gli intervistati collegano la sicurezza soprattutto alla presenza di contaminanti come antibiotici, ormoni o steroidi. Tema al centro della strategia One Health che, oggi, rappresenta un elemento fondamentale per aumentare la competitività e la sicurezza dei prodotti della filiera latte.

Dall’Eurobarometro emerge anche che la maggior parte degli europei si preoccupa di seguire una dieta sana, indicando tra i comportamenti più salutari la riduzione del consumo zuccheri. Direzione verso la quale le industrie lattiero-casearie sono già impegnate soprattutto per diminuire ulteriormente la quantità di zucchero aggiunto negli yogurt. L’indagine indica anche la televisione, il passaparola e internet come le principali fonti di informazione su sicurezza e salute, con social media e blog on line più utilizzati dai giovani.

Nonostante l’importanza dei temi sicurezza e salute, l’indagine evidenzia però come sia il prezzo del prodotto il fattore più importante per le scelte di acquisto. Dato su cui riflettere, soprattutto in considerazione dell’impatto che conflitto ucraino, crisi energetica e climatica hanno avuto sui costi di produzione e trasformazione. Inevitabilmente già trasferitisi in aumenti a due cifre percentuali per latte e molti derivati. Con la concreta probabilità di assistere a breve a una forte riduzione della domanda, se non a vere e proprie rinunce di acquisto. Che, secondo altri report, coinvolgeranno soprattutto i formaggi.

L’Eurobarometro evidenzia quindi tendenze consolidate e già recepite dal mercato lattiero-caseario, ma (ri)con-ferma anche come il rapido cambiamento del livello di benessere economico dei consumatori possa altrettanto velocemente modificare preferenze e abitudini alimentari e, forse, l’attenzione alla qualità degli alimenti. Di certo, il calo di consumi e fiducia dei consumatori già in atto anticipa un ulteriore contraccolpo sul sistema produttivo. Per questo, in mancanza di sostegni, la filiera e il mercato di latte e derivati dovranno confrontarsi con strategie produttive, commerciali e di comunicazione più adatte a un consumatore che da “critico” e “consapevole” si ritrova, purtroppo, a essere solo più povero.