Dolcesardo

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Formaggio

 

Vincoli con l’ambiente

Storico

Arborea fu fondata durante il ventennio fascista e venne inaugurata il 29 ottobre 1928 con il nome Villaggio Mussolini ribattezzato nel 1930, con regio decreto, Mussolinia di Sardegna, in onore di Benito Mussolini. La denominazione attuale risale al 1944 e deriva dal latino arboreta “boscaglia, boschi” che corrisponde al sardo arburedu. Ha origine dalla regione storica della Sardegna dell’Arborea che nel basso medioevo corrispondeva al giudicato o regno omonimo. Il regno o giudicato di Arborea era uno dei quattro Stati sovrani ed indipendenti che si formarono in Sardegna alla dissoluzione in occidente dell’Impero bizantino. Si estendeva sulla parte centrale della Sardegna, dal golfo di Oristano, ai monti del Gennargentu, occupando tutta la fertile valle del fi ume Tirso. Vasto circa 5500 km², pianeggiante e montuoso allo stesso tempo, confi nava a Nord con il regno di Torres, ad Est e a Sud con il giudicato di Cagliari.

Durò per più di 500 anni, dal 900 al 1420. Durante il regime fascista fu completata la bonifica della piana di Terralba e dello Stagno di Sassu, già avviata in età giolittiana. La nascente città fu concepita come centro urbano, ma si dovette attendere il secondo dopoguerra perché tale progetto fosse realizzato completamente, quando la malaria, secolare piaga dell’area, fu debellata grazie all’opera della Fondazione Rockefeller che finanziò una vasta opera di bonifica tramite l’agente DDT. Durante la costruzione della città nel periodo fascista, arrivarono molti migranti delle zone di Treviso, Rovigo, Vicenza, Padova e Venezia: per questo motivo, oltre all’italiano e al sardo, ad Arborea è anche parlato, soprattutto dagli anziani ma non solo, il veneto. Si parla inoltre il friulano, frutto dell’immigrazione di famiglie provenienti dall’odierno Friuli.

Geografico

Arborea è un comune italiano di 4.048 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna, nella regione del Campidano di Oristano. Immerso nel verde dei campi, Arborea, ha la tipica struttura regolare delle città di fondazione fascista, con edifici improntati a un grande eclettismo. I viali sono alberati, le case a due piani in stile liberty e neogotico sono circondate dal verde.

Orografia

Il territorio della Sardegna si presenta prevalentemente collinare. L’altitudine media può essere calcolata intorno ai 380 m.s.l.m. e solo il 15% del territorio supera la quota dei 1.500 metri. Nel massiccio del Montiferru si trova il Monte Urtigu, che raggiunge la quota di 1.050 metri. Altra cima della provincia di Oristano è il Monte Arci, che raggiunge 812 metri. Le zone pianeggianti sono limitate e originate da fenomeni erosivi piuttosto che dall’azione di trasporto e sedimentazione delle acque. Le piane più importanti sono il Campidano, nella zona centrosud occidentale dell’isola, l’alta e media Valle del Tirso, che occupa la zona centrale, e la piana della Nurra nella zona nordoccidentale.

Idrografia

Il litorale di Arborea, caratterizzato da una bassa densità di insediamenti abitativi, si estende per circa 9 chilometri dalla Strada 18 Ovest alla Strada 30 Sassu. Il mare straordinariamente trasparente e pulito, riflette una natura incontaminata e particolarmente suggestiva. Le sue acque cristalline, sempre calme e tiepide, invitano i velisti per le loro traversate. La spiaggia di tipo sabbioso degrada dolcemente verso il mare; l’aria è particolarmente ricca di iodio. A questo contribuiscono anche le praterie di poseidonia oceanica che si depositano nell’arenile dopo ogni mareggiata. Il territorio del Comune di Arborea abbraccia una vasta aerea che ricomprende alcune zone umide di particolare interesse naturalistico: gli Stagni di S’Ena Arrubia e di Corru S’Ittiri entrambi Siti di Importanza Comunitaria (SIC) inseriti in Rete Natura 2000 come siti Bioitaly, nonché oasi di protezione faunistica tutelati dalla Convenzione di Ramsar nel 1977 e interdetti all’attività venatoria dal 1978.

Lo stagno di S’Ena Arrubia è ciò che resta del grande stagno salato di Sassu, che aveva un’estensione di 3270 ettari. Ha una superfi cie di circa 300 ettari di livello costante in quanto viene alimentato da canali artifi ciali di acqua dolce, attraverso le acque basse dell’idrovora di Sassu (inaugurata nel 1934, è particolare per la sua altezza e per le forme moderniste e futuriste decisamente innovative) e dal canale Sant’Anna; lo scarico, invece, avviene sul mare mediante saracinesche dislocate fra un villaggio di pescatori ed una pineta costiera che a sud si irradia fi no alla spiaggia di Arborea.

Queste bellezze naturalistiche sono incorniciate, nella Marina d’Arborea quasi di fronte alla spiaggia, dall’incantevole pineta di Arborea e dal mare. Lo stagno di Corru s’Ittiri è un’area di notevole interesse naturalistico per la presenza di diversi habitat che ospitano specie faunistiche e fl oristiche particolarmente signifi cative. Il sito prende il nome dalla Laguna di Corru s’Ittiri e comprende anche gli Stagni di Paùli Pirastu, Marceddì, San Giovanni e Santa Maria, interessando una superfi cie di 5699 ettari che ricade nei Comuni di Arborea, Terralba, Arbus e Guspin.

Flora

Tutto il territorio del Comune di Arborea oggi, si presenta come una felice oasi verde con una terra fertile e ricca di agricoltura e allevamenti di bestiame, intercalata da alberi di eucaliptus e di pino domestico, messi a dimora con l’intento di riparare le colture dalla furia del vento di maestrale. Nello stagno di S’Ena Arrubia trova dimora una rigogliosa vegetazione acquatica tra cui il giuncheto, lo scirpeto, il fragmiteto. La vegetazione dello stagno di Corru S’ittri è costituita prevalentemente dal giuncheto e dal fragmiteto, da piante di lentischio, asfodelo e varie specie alofile.

Fauna

La zona è di notevole interesse faunistico: la ricca vegetazione degli stagni e l’abbondanza ittica attira diverse specie di uccelli palustri, alcuni dei quali molto rari, nidifi cano sulle sponde, come il tabaruso, l’airone rosso, il fi stione turco, il cannareccione, il martin pescatore. Di notevole importanza è l’avifauna per l’abbondanza di esemplari, in particolare nel periodo invernale e per l’elevato numero di specie: le folaghe, i cormorani, gli aironi, i gabbiani, le garzette, le avocette e i fenicotteri rosa che vi fanno sosta durante le migrazioni tra Africa e Francia.

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”L’assaggio”]

di Bruno Morara

RAGNATELA

Oggi andiamo in Sardegna ed esattamente nella “Piana di Arborea”, o se volete nel Campidano a sud di Oristano, dove negli anni Trenta, il governo trasferì dal veneto un gruppo di allevatori e questi sfruttando le loro conoscenze iniziarono a produrre latte con le “loro” vacche Frisone e Brune che avevano portato dal Veneto. Se guardate la piana di Arborea, sulla cartina geografica, vi accorgerete che le strade sono tutte diritte e squadrate secondo l’idea dei campi romani. L’insediamento degli allevatori veneti, lo si può vedere molto bene sulla cartina: le linee verticali e orizzontali, date dalle strade, creano dei rettangoli o dei quadrati. Sopra a ognuno si può notare un quadratino nero, quello era la fattoria o le fattorie che si trovavano, lungo la strada una di fronte all’altra. L’obiettivo del governo, in quel periodo, era il risanamento di una zona paludosa. Questi allevatori provenivano dal basso Veneto e avevano esperienza di bonifica.

Se vi capita di passare da Arborea o nei dintorni prendete un elenco telefonico e vi accorgerete quanti cognomi richiamano il Veneto: Brasolin, Pozzan ecc… tutti parole troncate! Oggi assaggiamo il formaggio Dolce Sardo, prodotto e confezionato nello stabilimento di Arborea (OR) Strada 14 Est-Bis. Alla vista il formaggio si presenta giallo paglierino tendente al colore bianco. Al tatto è morbido e sulle superfici mostra i segni del contenitore dove è messo dopo l’estrazione della cagliata dalla caldaia. La buccia non è edibile. Al taglio il coltello subisce una certa resistenza. Sulla fetta troviamo un’occhiatura irregolare e irregolarmente distribuita. Pensate all’Asiago pressato.

Non si vede unghia sotto la buccia, forse perché la stagionatura del formaggio è molto breve: 20 giorni. L’Intensità dell’Odore (2,0) mostra sentori lievi di latte e burro; vegetale e ambiente di lavorazione (caseificio) e di stagionatura. L’Intensità dell’Aroma (3,5) si percepiscono sentori di latte maturo, di burro appena fatto, erba fresca, biscotti al latte o briosce ed ambiente di stagionatura. Il Sapore Dolce (2,0) è ben percepito, ma come al solito viene coperto, quasi subito dal Sapore Acido (3,0) e poi dal Sapore Salato (2,5). Non ho sentito il Sapore Amaro (0,0). L’Astringenza (1,0) dovuta all’Acidità ed in misura minore al Salato. In Dolce Sardo non è Piccante (0,0).

La sua struttura è caratteristica è Elastica (4,0), ponendo il pollice sul campione risulta avere un tasso di rientro velocissimo! Non sembra Duro (1,0) come ho già detto, al taglio offre una certa resistenza e si può vedere con gli occhi che quando taglio la pasta tende a contrarsi, piegandosi su sé stessa. Non sento la Friabilità (0,0) perché è un formaggio fresco e risulta più grumoso che friabile. Una leggera Adesività (1,5) tra i denti è ben percepita. La Solubilità (2,0) è soprattutto data dalla percentuale di grasso che si scioglie in bocca durante la composizione del bolo. L’Umidità (2,0) è percepita, ma sia la parte proteica che quella grassa ne limitano la percezione. Il Dolce Sardo è un formaggio da tavola e a fine bocca lascia un sentore di biscotto shortbread, molto ricco di burro.
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3A LATTEARBOREA S. COOP. P.A.
Strada 14 Est Bis Oristano
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