Dolomiti del Parco

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Orografia

Le Dolomiti Bellunesi, distretto sud-orientale delle Alpi Dolomitiche, costituiscono una complessa catena montuosa che decorre dalle Vette di Feltre alla Schiara e che si affaccia sulla media valle del Piave, una delle più grandi vallate alpine. La complessità strutturale e la relativa varietà delle rocce si riflettono in una spiccata frammentazione orografica, in una grande varietà di paesaggi e in una notevole diversità biologica. Il Parco comprende i gruppi montuosi delle Alpi Feltrine (Vette di Feltre, Cimonega, Pizzocco, Brendol, Agnelezze), Monti del Sole, Schiara, Talvéna, Prampèr e Spiz di Mezzodì. Sono presenti aree carsiche d’alta quota e rupi e pendici detritiche, habitat ideale per numerose specie di alta montagna.

Idrografia

Fatta eccezione per alcune aree carsiche di alta quota, il territorio del parco si presenta estremamente ricco di risorse idriche, sorgenti, paludi e corsi d’acqua tra i quali: Cordevole, Mis, Caorame, Ardo, Vescovà, Prampèra che concorrono alla ricchezza biologica del Parco. Alcuni di questi torrenti scorrono in gole profonde, e tutti sono soggetti a imponenti variazioni stagionali di portata. Il lago artificiale di Busche ospita una grande varietà di specie floro-faunistiche.

Flora

Una delle principali motivazioni scientifiche della nascita del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è la grande ricchezza e rarità della sua flora. Fin dal 1700 le Vette di Feltre, e anche il Monte Serva, godettero di meritata fama e furono visitate da alcuni tra i maggiori botanici del tempo.La British Library di Londra conserva il Codex Bellunensis, prezioso erbario figurato degli inizi del 1400, che illustra e descrive piante raccolte da botanici-farmacisti sulle montagne che oggi fanno parte del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. La flora è composta da felci, cardi, stelle alpine e da altre piante montane. Vi sono boschi di latifoglie e di conifere, pascoli e immensi prati.

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Bruno Morara

La grande tradizione agroalimentare Italiana è conservata anche con interventi amministrativi locali su prodotti alimentari differenti e raccolti nell’ambito di un territorio come quello del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Questo serve per attirare attenzione e curiosità, in un luogo dove l’uomo e la natura si sono sempre dati un aiuto per la valorizzazione del territorio e i cibi erano prodotti con quello che c’era e che serviva per la messa appunto della giusta ricetta. Il formaggio di cui parleremo oggi è il formaggio Dolomiti del Parco prodotto nella latteria Lattebusche a Busche (BL). Il formaggio Dolomiti del Parco è un formaggio tipo latteria che trae origine dalle latterie turnarie bellunesi.

Che cosa erano le latterie turnarie? L’amministrazione locale forniva un locale in cui fare il formaggio e gli allevatori, a turno, lo trasformavano secondo una ricetta predeterminata. Il turno normalmente durava una settimana e in base alla consegna della quantità del latte, tutti gli allevatori ritiravano una pari quantità di formaggio. Le latterie turnarie, in passato, hanno contribuito alla rinascita delle nostre montagne: dal Carso al Piemonte! Il formaggio Dolomiti del Parco che abbiamo assaggiato mostra una forma circolare, con uno scalzo di circa 7,5 centimetri e un diametro di circa 30 centimetri. Ha 90 giorni di stagionatura e pesa circa 6,5 chilogrammi. Il colore esterno è giallo paglierino scarico ma uniforme. Al taglio la pasta mostra un colore giallo paglierino che tende a sbiadire verso il centro del formaggio; l’occhiatura è irregolare e irregolarmente distribuita ed evidenzia alcuni “occhi di pernice”, tipici di questo formaggio. Sotto la crosta non c’è unghia, ciò significa che il prodotto è stato curato.

L’Intensità dell’Odore (2,5) evince: latte maturo, burro fresco, erba fermentata, verdura cotta ed un lieve sentore di lievito. L’Intensità dell’Aroma (3,5) rispetto all’odore ancora burro fresco, latte maturo, erba bagnata, verdura cotta e brodo di carne. Il Dolomiti del Parco è un formaggio sicuramente grasso per cui il Sapore Dolce (3,0) si evidenzia bene. Il Sapore Acido (3,5) tende a coprire gli altri, ma senza disturbare. Il Sapore Salato (2,5) è giusto. Il Sapore Amaro (2,0) è la caratteristica di questi formaggi che non hanno particolari sapori, ma una leggera fragranza amarotica (come si dice in Veneto), li differenzia dagli altri formaggi. L’Astringenza (1,5) dovuta alla somma tra acidità e salinità. Il Piccante (0,0) non percepito. La sua struttura è tipica dei formaggi chiamati latterie. L’Elasticità (4,0): basta porre il dito indice sul campione e si vede con gli occhi un tasso di rientro notevole.

La Durezza (1,5) aumenta dall’interno verso l’esterno della forma. La Friabilità (1,0) è pochissima e vicino alla crosta. L’Adesività (2,5): subito si percepisce bene poi, grazie alla temperatura della bocca che scioglie il grasso del formaggio, si sente meno. La Solubilità (2,5) si avverte bene; la bocca, però, non rimane pulita. L’Umidità (2,0): è un formaggio che ha una certa umidità che si evidenzia bene nell’assaggio, una volta sparita la parte grassa. Quello che resta in bocca dopo la degustazione, non è piccante ma acidità. Questo formaggio, il Dolomiti del Parco, come tutti i prodotti di latteria, ha una parte acida molto precisa, che lo caratterizza. Ma mentre il Piccante viene inteso come aghi che pungono in fondo alla gola, l’acidità fa semplicemente aumentare la salivazione. Alla fine della degustazione, il formaggio Dolomiti del Parco lascia la bocca stanca e un buon bicchiere di vino rosso potrebbe ridare vita al palato per ricominciare da capo!

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LATTEBUSCHE s.c.a.
Latteria della Vallata Feltrina
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Busche di Cesiomaggiore (BL)
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