Alimenti ultra-processati: FDA e USDA ne cercano la definizione

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L’americana Food and Drug Administration (FDA) e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) stanno investendo risorse per affrontare le crescenti preoccupazioni relative agli alimenti ultra-processati e la diffusione di malattie croniche legate all’alimentazione. Dal 24 luglio le due agenzie hanno avviato una richiesta congiunta di informazioni (RFI, Request for Information) sul Federal Register. Lo scopo è raccogliere informazioni e dati utili in particolare sui fattori e criteri da includere nella definizione di alimenti ultra-processati.

Lacune

Attualmente, non esiste una definizione univoca e autorevole di alimenti ultra-processati negli USA. Eppure il ruolo negativo che un consumo eccessivo di tali alimenti ha sulle malattie croniche infantili è stato ben sottolineato dalla recente valutazione “Make Our Children Healthy Again”.

La definizione uniforme di alimenti ultra-processati garantirà coerenza nella ricerca e nelle politiche. Ciò favorirà la gestione dei problemi di salute associati al consumo di tali alimenti e promuoverà la corretta informazione dei consumatori.

Il contesto

Si stima che circa il 70% dei prodotti alimentari confezionati distribuiti negli Stati Uniti sia costituito da alimenti spesso considerati ultra-processati. E, ancor peggio, che i bambini assumano oltre il 60% delle loro calorie da tali alimenti.

Decine di studi scientifici hanno evidenziato la correlazione tra consumo di alimenti considerati ultra-processati ed effetti negativi sulla salute. Tra questi: malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, cancro, obesità e disturbi neurologici.

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