Profondamente segnato dal terremoto del maggio scorso (danni per oltre 100 milioni, 37 caseifici e 600 allevamenti colpiti, circa 600.000 forme cadute e 120.000 di queste distrutte o avviate alla fusione), il bilancio 2012 del sistema imprenditoriale legato al Parmigiano Reggiano (complessivamente oltre 20.000 operatori) si è chiuso con una buona tenuta dei consumi, ma un sensibile calo delle quotazioni.
Il prezzo medio in origine è passato dai 10,76 euro/kg del 2011 ai 9,12 euro/kg con una flessione del 15% che riporta le quotazioni sugli stessi livelli del 2010 (9,14 euro/kg). «Un dato sicuramente negativo – sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai (nella foto) – perché incide sensibilmente sulla redditività dei produttori in un anno in cui le imprese hanno subito significativi aumenti dei costi (tra i primi quelli dell’energia e dei cereali) e che si lega anche ad alcuni fattori strutturali che possono e devono essere meglio governati dal sistema». Tra questi – e con un’incidenza rilevante – Alai indica soprattutto «un aumento della produzione 2011 (commercializzata nel 2012) assai distante da quell’equilibrio tra domanda e offerta che resta l’obiettivo primario per dare valore al lavoro e ai rischi dei produttori». Positivo il saldo sull’export che è andato oltre le già positive previsioni, portandosi a 42.700 tonnellate e che corrisponde a una crescita del 94,4% negli ultimi cinque anni, frutto di un rilevante investimento del Consorzio e degli accordi di collaborazione realizzati con gli esportatori.