Consumi lattieri UE stabili nel 2023

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La Commissione UE ha appena diffuso il rapporto sulle prospettive a breve termine dell’autunno 2023 per i mercati agricoli comunitari. Le condizioni meteorologiche avverse durante l’estate hanno continuato a incidere sull’agricoltura europea. Tuttavia, ci sono stati segnali positivi in relazione al calo dei costi dei fattori produttivi quali, per esempio energia, fertilizzanti e mangimi.

I prezzi agricoli più bassi dell’UE hanno comportato un’ulteriore riduzione dell’indice dei prezzi agricoli comunitari. Sebbene gli indici dei prezzi al consumo e di lavorazione abbiano resistito per qualche tempo a tale trend, negli ultimi mesi hanno smesso di aumentare, il che potrebbe potenzialmente portare un certo sollievo alla domanda alimentare interna nei prossimi mesi.

La ripresa delle esportazioni UE di alcuni prodotti agricoli è stata sostenuta dalla competitività dei prezzi UE. È probabile che ciò continui nel 2024 poiché si prevede che rimarrà relativamente basso il tasso di cambio euro/dollaro. D’altro canto, il mercato dell’UE rimane attraente per quanto concerne le importazioni.

Fondamenti del mercato

Rispetto alle previsioni macroeconomiche dell’estate 2023, la combinazione della politica monetaria inasprita e della crescita economica lenta ha portato a una revisione al ribasso della crescita economica che influenzerebbe anche il 2024. L’inflazione energetica continua a diminuire, ma la riduzione dell’offerta da parte dei paesi OPEC+ sta portando al rincaro del greggio.

All’avvicinarsi dell’inverno, i prezzi del gas naturale stanno lievitando, nonostante la capacità di stoccaggio abbia raggiunto il 90% già a settembre. Ciononostante, l’andamento dei prezzi del gas naturale ha finora migliorato l’accessibilità economica dei fertilizzanti azotati. Segnali incoraggianti riguardo all’accessibilità economica ma anche alla disponibilità dei fertilizzanti e a uno certo calo di altri costi della produzione continuano a rafforzare i margini degli agricoltori mentre i prezzi delle materie prime nell’UE continuano a diminuire.

Gli indici dei prezzi al consumo e dei produttori UE hanno iniziato a diminuire. Anche se l’inflazione alimentare nell’UE ha smesso di crescere, è rimasta al di sopra del livello di inflazione generale e a un livello storicamente elevato. Tuttavia, l’inflazione alimentare mensile nell’UE ha iniziato a diminuire a luglio, ma i prezzi continuano a preoccupare i consumatori, poiché il costo della vita rimane elevato e i prezzi potrebbero evolvere ulteriormente alla luce del nuovo raccolto e degli sviluppi incerti in Ucraina.

I prezzi più bassi nell’UE di alcune materie prime osservati nei mesi scorsi hanno sostenuto una certa ripresa delle esportazioni dell’UE, come nel caso del latte in polvere. In altri, invece, continuano a soffrire dell’elevata inflazione alimentare globale e della minore disponibilità nell’UE, e ciò induce rincari (per esempio olio d’oliva e frutta).

I dati per il comparto lattiero

Nonostante i prezzi del latte crudo nell’UE siano in costante calo dall’inizio dell’anno, le consegne di latte nell’UE rimangono piuttosto stabili e si stima che aumenteranno dello 0,3% nel 2023. Le condizioni meteorologiche sono state più favorevoli rispetto al difficile 2022. Ciò ha favorito il calo dei costi dei mangimi e una migliore qualità del mangime, aumentando così anche il contenuto di solidi del latte (+0,2%) e della produzione di latte (+1%).

Sebbene la domanda globale di prodotti lattiero-caseari sia ancora relativamente contenuta, si prevede che il calo dei prezzi dei derivati lattieri nell’UE sosterrà la ripresa di alcune esportazioni, in particolare di latte in polvere. La produzione europea di formaggio e siero trarrà probabilmente beneficio dalla maggiore disponibilità di latte e dai prezzi competitivi. In entrambi i casi, ciò potrebbe sostenere le esportazioni dell’UE, rispettivamente del +1,5% e del +4,5%.

Nonostante la diminuzione della mandria da latte e ipotizzando condizioni meteorologiche normali, si prevede che l’offerta di latte nell’UE rimarrà relativamente stabile anche nel 2024 (+0,2% su base annua).

Con più latte dirottato verso la produzione di WMP sinora e un previsto rialzo della produzione di SMP nei prossimi mesi, la produzione UE di burro nell’UE potrebbe crescere nel 2023 di circa lo 0,3%. La maggiore offerta e prezzi UE più competitivi (anche di altri grassi) potrebbero anche sospingere le esportazioni UE (+7%) e l’uso interno (+0,4%), in particolare nell’industria. Nel 2024 la crescita delle esportazioni dell’UE potrebbe attestarsi al +2%, mentre l’uso interno dovrebbe spuntare un modesto +0,2%.

Diversamente dalle attese, cresce la produzione UE di derivati lattieri freschi (panna e latte alimentare). Se davvero il calo della domanda cinese limiterà l’export UE, è probabile che gli extra volumi vengano consumati internamente, mostrando una maggiore resistenza all’aumento dei prezzi rispetto ad altri prodotti di origine animale. Ciò potrebbe portare a un +0,7% dei consumi totali comunitari nel 2023. Nel 2024, i consumi dell’UE riprenderanno il loro trend discendente (supportato anche da un rallentamento della crescita demografica), che potrebbe portare a un indebolimento della produzione comunitaria (-0,9%) mentre le esportazioni dell’UE potrebbero rimanere stabili.