Intesa Sanpaolo rafforza l’economia della filiera lattiero-casearia italiana con una provvista speciale di 1,5 miliardi di euro di nuovo credito. L’intervento rientra nelle azioni della Banca dei Territori per accelerare gli investimenti nelle filiere made in Italy.
Intesa Sanpaolo lo ha annunciato a Brescia durante il secondo appuntamento di Agri-talk, ciclo di incontri itineranti sul territorio.
Le azioni per accelerare gli investimenti della filiera lattiero-casearia secondo Intesa Sanpaolo
Per dare slancio alla filiera lattiero-casearia, Intesa Sanpaolo ha studiato quattro pilastri strategici fondamentali per stimolare gli investimenti nell’ambito di:
-Internazionalizzazione, per rafforzare la presenza delle produzioni lattiero-casearie italiane sui mercati esteri, dove la domanda di formaggi DOP e specialità casearie continua a crescere.
-Crescita dimensionale, attraverso percorsi di aggregazione e partnership tra produttori, cooperative e aziende di trasformazione, indispensabili per affrontare la competizione globale e ottimizzare le catene di approvvigionamento.
-Innovazione tecnologica ed efficienza energetica, con investimenti in nuovi impianti di lavorazione, sistemi di tracciabilità digitale e soluzioni per la riduzione dei consumi idrici ed energetici, in uno dei comparti più esposti ai costi energetici e ambientali e nel massimo rispetto del benessere animale.
-Valorizzazione della qualità e della continuità aziendale, per garantire la distintività delle produzioni, la certificazione dell’origine e la tutela delle DOP. Il sostegno della banca punta anche a favorire il ricambio generazionale e la trasmissione del know-how, elementi essenziali per preservare il legame con il territorio e la fiducia dei consumatori.
Massimiliano Cattozzi, responsabile direzione agribusiness della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “La filiera lattiero-casearia necessita di attenzione su come gestione del rischio e innovazione sostenibile siano leve di sviluppo da far evolvere ulteriormente per mantenere il proprio prestigio. Con il nuovo intervento da 1,5 miliardi di euro per questa filiera, agiamo per rafforzare le imprese producendo benefici concreti in termini di qualità anche per i consumatori”.
Con 250 punti operativi, di cui 95 filiali specializzate, e circa 1.100 specialisti, la direzione Agribusiness come banca dedicata all’agricoltura offre supporto a oltre 80.000 clienti con servizi mirati.
Anche per la filiera lattiero-casearia è da anni disponibile il pegno rotativo sui prodotti agroalimentari DOP soggetti a invecchiamento. Tale strumento, fino ad ora, ha consentito alla Direzione Agribusiness di concedere oltre 70 milioni di euro in totale.
Da Intesa Sanpaolo l’analisi di scenario e le sfide future per il settore lattiero-caseario
Testo a cura di Rosa Maria Vitulano, economista Research Department
L’attuale contesto economico è caratterizzato ancora da un clima elevato di incertezza sulle politiche economiche, anche se inferiore rispetto ai picchi di aprile 2025. L’amministrazione Trump sta adottando misure in netta discontinuità con le precedenti presidenze, in particolare nelle politiche commerciali. Accordi quadro sono stati raggiunti con UE, UK, Giappone, Vietnam, Corea del Sud, Filippine, Indonesia. Il livello medio ponderato dei dazi applicati dagli US è del 17,4%, il più alto dal 1935.
• La crescita mondiale è attesa in lieve rallentamento nel 2025, a 2,8% (rispetto al 3,2% del 2024). Gli effetti dei dazi sul commercio globale non si sono ancora visti interamente, l’impatto maggiore si avrà nel primo e nel secondo trimestre del 2026.
Eurozona
Crescita moderata (1,2% nel 2025), rivista leggermente al rialzo grazie ai dati positivi del primo semestre. Gli effetti positivi dell’allentamento monetario continueranno nei prossimi mesi. Forte azione di stimolo dalla Germania. Un ulteriore taglio di 25pb del DFR entro giugno 2026 viene visto con probabilità di poco superiore al 50%, e solo in caso di debolezza dei dati macroeconomici, o di un riaccendersi delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
Italia
Crescita economica prevista allo 0,5% nel 2025 e allo 0,8% nel 2026. Lieve rialzo dei consumi, grazie al recupero del potere di acquisto dei salari. Il tasso di risparmio è ancora superiore ai livelli pre covid a causa dell’elevata incertezza. Contributo negativo all’aumento dalle esportazioni nette, a causa della guerra commerciale.
• Nel lattiero-caseario, l’Italia è terza in Europa per valore della produzione, con quasi 28 miliardi, dopo Francia e Germania (che superano i 40 miliardi). Questo importante risultato viene raggiunto nonostante le dimensioni aziendali siano molto più piccole: circa 9 milioni di euro in media per le aziende italiane, contro i quasi 34 della Francia e i 58 della Germania. In termini di occupazione, il settore impiega 44mila addetti (9,7% del totale addetti dell’industria alimentare e bevande nazionale) e conta 3.400 imprese attive.
• Latticini e formaggi sono il terzo settore per export agro-alimentare, dopo i vini e la pasta e prodotti da forno: 6,3 miliardi nel 2024 (il 9,4% del totale export agro-alimentare nazionale), +8,7% circa rispetto al 2023. I principali sbocchi commerciali sono: Francia e Germania, seguiti da Stati Uniti e Regno Unito. L’incremento è proseguito anche nei primi sei mesi del 2025, raggiungendo quota 3,6 miliardi (+16%).
• Tutti i 5 i distretti del lattiero-caseario monitorati dal Research Department hanno registrato auumenti a due cifre nel primo semestre del 2025: spiccano in particolare il Lattiero-caseario parmense (+24%) e quello di Reggio Emilia (+22%). Per il distretto della Mozzarella di Bufala Campana, il Lattiero-caseario sardo e per quello della Lombardia sudorientale le percentuali di crescita vanno dal 10% al 15%.
Le prospettive per la filiera lattiero-casearia
Come emerge da una survey tra il personale della Direzione Agribusiness, i costi sono in cima alle preoccupazioni delle imprese. A seguire i cambiamenti climatici che influiscono anche sulla disponibilità di latte. E poi la concorrenza estera e le barriere tariffarie, con timori crescenti rispetto a qualche mese fa. I dazi colpivano già alcune importanti produzioni italiane, come Parmigiano Reggiano, Mozzarella di bufala campana e Gorgonzola. Ora altre rischiano di essere potenzialmente molto impattate, come il Pecorino Romano (finora esente). Il distretto Lattiero-caseario sardo, nel quale si concentra oltre il 90% della produzione di Pecorino Romano, destina quasi il 75% delle sue vendite all’estero negli Stati Uniti.
Infine, sempre più importanza stanno assumendo gli investimenti in sostenibilità ed efficientamento, grazie anche al supporto delle nuove tecnologie, come sensori e sistemi digitali.