Dalla Lombardia un sostegno a malghe e alpeggi

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Via libera dalla Giunta regionale lombarda a una misura da 2 milioni di euro per il biennio 2025-2026 dedicata alla zootecnia di montagna, alle malghe e agli alpeggi.

“Con questo intervento – spiega l’assessore – intendiamo valorizzare il patrimonio pubblico zootecnico montano che rappresenta circa il 65% delle strutture sul territorio. Questa azione permetterà di sostenere le aziende che utilizzano tale patrimonio e che operano in contesti difficili, garantendo continuità produttiva e salvaguardia del territorio. La montagna rappresenta un presidio fondamentale, che va accompagnato con strumenti concreti come questo”.

Cosa prevede il sostegno a malghe e alpeggi

La misura prevede contributi fino al 90% della spesa ammissibile per comuni con meno di 5.000 abitanti, enti gestori di aree protette, Rete Natura 2000 e comunità montane. Il finanziamento supporta: progetti di costruzione, ristrutturazione e ammodernamento delle strutture zootecniche; impianti per la gestione degli effluenti; generazione di energia da fonti rinnovabili; efficientamento energetico; e potenziamento della connettività digitale.

Sono ammissibili investimenti da un minimo di 50.000 fino a un massimo di 400.000 euro, di cui almeno 30.000 destinati alla produzione primaria. La regione renderà disponibile il bando dalla prima settimana di giugno 2025. Gli interessati potranno presentare domande di finanziamento fino al 18 settembre. Gli interventi dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2026.

Il contesto

La Lombardia conta circa 870 malghe e 26 alpeggi, ubicate nelle 7 province che hanno territorio montano, e, in particolare, in quelle di Sondrio, Brescia e Bergamo. Significativa la presenza nelle province di Como e Lecco, più contenuta nelle province di Pavia e Varese.

“Continuiamo a investire – conclude Beduschi – su una zootecnia che ha un ruolo essenziale per l’economia delle aree interne e per il mantenimento del paesaggio montano. Sostenere chi lavora in quota significa rafforzare la presenza agricola dove è più a rischio e difendere l’identità dei territori lombardi”.

Fonte: Lnews

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