Food-ER, la prima università internazionale dell’agroalimentare

455

Il progetto della Regione Emilia-Romagna coinvolge atenei, centri di ricerca e imprese per attrarre talenti da ogni Paese

 

Dai nuovi metodi per la qualità e la sicurezza alla digitalizzazione e innovazione dei processi produttivi. Dalla riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni – consumi d’acqua, territori, emissioni – a nutrizione e salute. Dalla tracciabilità e dalla legislazione di settore al design e alla creatività applicati alla buona tavola. E molti altri temi e materie sui quali giovani talenti di ogni Paese potranno formarsi in Emilia-Romagna grazie a ‘Food-ER’, l’università internazionale dell’agroalimentare.

Food-ER consentirà di progettare e avviare, entro il prossimo triennio, attività di formazione per fornire ai giovani gli strumenti per lavorare e dare risposte nuove nell’agri-food, guardando alla piena sostenibilità, anche in rapporto alla scarsità di risorse globali e ai cambiamenti climatici: master di secondo livello, laurea magistrale, alta formazione dedicata alle imprese, rafforzamento dei dottorati di ricerca. E di farlo a partire dalla Food Valley regionale.

Partner di progetto

Food-ER è il network voluto dalla Regione, che ha stanziato 3 milioni di euro. I soci fondatori sono le quattro Università regionali: Parma – capofila del progetto -, Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara.

Fra i soci aggregati: l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che già fa parte della Rete di Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna; il Clust-ER Agroalimentare, che riunisce soggetti pubblici e privati, centri di ricerca, imprese, enti di formazione; imprese regionali, sia quelle leader di filiera che le piccole e medie imprese, e i cinque quartieri fieristici internazionali cioè Bologna Fiere, Fiere di Parma, Fiere di Rimini – Ieg, Cesena, Fiere di Piacenza.