Il latte italiano e le esigenze della produzione e dell’industria nel mercato del dopo-quote

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Questo il titolo della tavola rotonda che si terrà venerdì 27 ottobre, nel pomeriggio, presso le Fiere zootecniche internazionali di Cremona.

Dall’aprile del 2015 sono state abolite le quote latte. Dopo 2 anni di assestamento ci si domanda quali scenari si apriranno nel settore lattiero caseario italiano. Un settore molto sfaccettato, con il 25% del latte utilizzato destinato a latte alimentare e panna, il 3% trasformato a latte fermentato e la quota restante destinata a formaggi. Un comparto che vale circa 15 miliardi di euro di fatturato e coinvolge oltre 3000 aziende sull’intero territorio nazionale, impiegando oltre 300.000 addetti. Certamente, il nuovo provvedimento europeo ha aperto una interessante opportunità nei mercati internazionali extra-UE, soprattutto quelli asiatici, con in testa la Cina, che si rivolgono sempre più spesso all’import da quei Paesi, come l’Italia, che sono riconosciuti eccellenze nel campo della sicurezza alimentare e della qualità dei prodotti. Sebbene l’introduzione del Pacchetto Latte e la programmazione produttiva abbiano contribuito a razionalizzare il settore, resta il nodo di base, ovvero i costi eccessivi che ogni allevatore italiano deve sostenere a causa della burocrazia e degli elevati costi energetici e del personale, che incidono sui ricavi. Lo scenario è aggravato dal perdurante momento di difficoltà del settore caseario sia in termini di volumi che di valore, sebbene il calo sia più contenuto rispetto ad altri del comparto agroalimentare. I dati al consumo evidenziano una contrazione significativa dei volumi acquistati di latticini, latte alimentare in particolare, in parte compensata dalla crescita dei formaggi DOP e di quelli di prima fascia nel mercato interno – quelli più economici – che però non devono rappresentare un’opportunità solo per le multinazionali del settore, che sempre più importano latte da trasformare. A questo riguardo, il 19.01.2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattiero-caseari” in attuazione del regolamento UE n. 1169/2011, provvedimento che è entrato in vigore pienamente ad aprile 2017 e che apre la strada a nuovi scenari per il mercato del latte, in quanto anche il settore dei prodotti industriali non-DOP non potrà ignorare l’appeal che l’attestazione di origine della materia prima eserciterà su parte dei consumatori, indirizzandone scelte e preferenze. Si presenta dunque una grande opportunità di valorizzazione per il latte nazionale, anche attraverso l’innovazione tecnologica e la sinergia fra produzioni di qualità certificata e generiche, finalizzata a dare reddito, e futuro, alle imprese agricole e alla zootecnia nazionale. Con questa iniziativa, che vedrà la partecipazione di illustri esponenti del mondo produttivo, industriale e accademico e della grande distribuzione organizzata, si intendono approfondire alcune delle problematiche che si presentano, e delle opportunità che si offrono, per il mercato del latte in Italia nel regime del dopo-quote.

PROGRAMMA

  • 14.30 Introduzione ai lavori – Giorgio Giraffa (CREA-Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura)

 

  • 14.40 Il mercato del latte dopo le quote – Roberto Pretolani (Università degli Studi di Milano)

 

  • 15.10 Nuovi scenari per il latte italiano dopo l’entrata in vigore del DM 9.12.2016 sull’origine del latte in etichetta – Tiziano Fusar Poli (Latteria Soresina)

 

  • 15.40 Nuovo assetti industriali nel mercato del dopo-quote – Antonio Auricchio (Assolatte)

 

  • 16.10 La GDO: andamento dei consumi di latte e derivati – Giorgio Baldini (settore latte e latticini – Esselunga)

 

  • 16.40 Incrementare la produzione di latte nazionale: quali margini? – Andrea Galli (CREA-Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura)

 

  • 17.10 Nuove tecnologie lattiero-casearie: uno sguardo al futuro – Germano Mucchetti (Università degli Studi di Parma)

 

  • 17.40 Discussione e Conclusioni