In Canada il Parmigiano Reggiano punta a raddoppiare

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Parmigiano Reggiano MARCHIO EXPORTRaddoppiare le esportazioni sul Canada nei prossimi cinque anni, con il passaggio da 50.000 a 100.000 forme: è questo l’obiettivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha siglato nuovi e rilevanti accordi con le tre principali catene distributive al dettaglio: Costco Canada, Loblaws e Sobey’s.
«Il mercato canadese – spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti – rappresenta, per importanza, il secondo mercato extra UE dopo gli Stati Uniti, con 50.000 forme (circa 2.000 tonnellate) di export annuo. Pur essendo costantemente aumentato l’export ha però risentito, sino a oggi, dei limiti imposti dal regime delle quote in vigore in Canada, che impone un tetto alle importazioni di formaggi dall’Unione Europea. Ora, però, si aprono prospettive del tutto nuove, legate da una parte all’accordo sul libero scambio Ceta (siglato tra Unione Europea e Canada nel 2014) che programma per i prossimi anni la concessione di nuove quote per le importazioni di formaggi europei (si dovrebbero aggiungere 18.000 nuove tonnellate per i formaggi europei) e, dall’altra, proprio grazie agli accordi siglati dal Consorzio a New York con le tre grandi catene canadesi. I contatti avuti con importatori e detentori di quote confermano che il nostro è tra i formaggi più richiesti, ma che è possibile puntare proprio al raddoppio delle esportazioni, con 50.000 forme in più nell’arco di cinque anni». E mentre dal Canada giungono intanto notizie già di per sé positive, con un incremento del 10% delle esportazioni di Parmigiano Reggiano nei primi mesi del 2015, dal Consorzio giunge la conferma che «proprio il coinvolgimento diretto delle catene distributive – come spiega il presidente Giuseppe Alai – è l’elemento strategico sul quale sarà imperniato tutto il lavoro sulle esportazioni e che va ad affiancare i progetti costruiti con esportatori ed importatori. Nelle aree del mondo con maggiore potenziale di sviluppo – conclude Alai richiamando Paesi extra UE come Usa, Canada, Sud America e Cina – si sta infatti rivelando fondamentale questo approccio che ci porta nei punti vendita a parlare direttamente con i consumatori e a creare nuove conoscenze e consapevolezze tra chi gestisce il vero e proprio atto di vendita».