Indagine CREA sullo spreco alimentare

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L’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari istituito presso il del CREA ha realizzato la prima indagine comparativa, con dati armonizzati e raccolti in alcuni Paesi europei (Olanda, Spagna, Germania e Ungheria) sul fenomeno dello spreco alimentare. Lo studio ha riguardato i responsabili degli acquisti alimentari e della preparazione dei pasti di 1.142 famiglie rappresentative della popolazione italiana e selezionate nel rispetto di genere, età, livello di istruzione e reddito e per dimensione della famiglia.

Frequenza e tipologia dello spreco alimentare

Ne è emerso che il 77% delle famiglie intervistate ha gettato via del cibo nella settimana precedente all’indagine, percentuale che si riduce con l’aumentare dell’età del responsabile acquisti, con il diminuire del reddito e in famiglie che vivono al Sud e nelle isole. Lo spreco maggiore si è riscontrato nelle famiglie monocomponenti e nei segmenti di età più giovane. I prodotti alimentari più sprecati sono: verdura, frutta fresca e pane, seguiti da pasta, patate, uova, budini, derivati del latte (yogurt, formaggi), per un totale in media di 370 g/settimana/famiglia. Il dato italiano sullo spreco alimentare è allineato con quello olandese (365 g/settimana) e molto inferiore rispetto a quello spagnolo (534 g/settimana), tedesco (534 g/settimana) e ungherese (464 g/settimana).

La percezione

Dall’indagine CREA è emersa la crescente e diffusa sensibilità alla tematica: più della metà degli intervistati condanna fermamente la pratica di gettare via il cibo, riconoscendone l’impatto negativo e le ricadute in ambito economico (70%), sociale (conseguenze su disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%).

Pianificare gli acquisti

Le famiglie italiane, infine, si dichiarano capaci di gestire le attività in cucina, fattore di rilevante prevenzione: circa due terzi degli intervistati, infatti, dichiara di pianificare gli acquisti e di non fare acquisti di impulso, meno di un quinto afferma di non saper riutilizzare gli avanzi o pianificare le giuste quantità di alimenti da acquistare e solo il 5% sostiene di non finire quello che nel piatto e di non conservare gli avanzi. Solo il 42% decide in anticipo i menù settimanali.