Cresce il peso della filiera lattiero-casearia italiana

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Il peso della filiera lattiero-casearia italiana cresce. A certificarlo il nuovo report di settore appena pubblicato da Ismea

Ismea ha appena pubblicato la scheda di settore. Ne emerge il ruolo primario della filiera lattiero-casearia nazionale, con risultati di grande rilievo sia sul fronte interno che internazionale. Ecco alcuni dati contenuti nel rapporto.

La produzione

Con un fatturato di 21,8 miliardi di euro nella fase di trasformazione (+33% negli ultimi cinque anni; +9,0% anno su anno a causa della spinta inflattiva sui prezzi) e una produzione agricola che vale 7,9 miliardi di euro (+50% nello stesso periodo), il comparto consolida la sua centralità all’interno dell’industria alimentare italiana.

Nel 2024 la produzione di formaggi è lievemente ripresa (+1,1% rispetto al 2023), grazie alla vivacità della domanda estera.

Dal punto di vista territoriale, la produzione industriale è fortemente concentrata nelle regioni settentrionali. Tuttavia si evidenzia anche il ruolo del Mezzogiorno in particolare per il segmento dei formaggi freschi.

La produzione industriale

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

Consumi interni in ripresa

La filiera si distingue anche per il peso nella domanda interna. Con una quota del 14% sul totale della spesa alimentare delle famiglie (2024), il comparto si posiziona al terzo posto dopo ortofrutta e derivati dei cereali. Nel 2024 nei carrelli degli italiani sono aumentati i volumi di formaggi, soprattutto quelli industriali (+3,6%), i freschi (+1,7%) e i molli (+0,8%).

Le maggiori perdite in volume all’interno del comparto, si rilevano per il latte, soprattutto fresco (-7% i volumi; in flessione, seppur meno marcata, anche gli acquisti di latte a lunga conservazione (-1,2% in volume). La colazione degli italiani vede in parte sostituire questo prodotto con lo yogurt (+4,4% in volume).

Nei primi sette mesi del 2025 gli acquisti di prodotti lattiero-caseari hanno registrato un +6,6%, grazie ai consumi di formaggi freschi e yogurt.

Il peso della filiera lattiero-casearia italiana

L’apertura verso i mercati internazionali è sempre più determinante: nel 2024 l’Italia si è confermata secondo esportatore mondiale di formaggi e latticini, dietro solo alla Germania, con un valore record di oltre 5,4 miliardi di euro (+9,2% rispetto al 2023). Nei primi sei mesi del 2025 la crescita si è ulteriormente rafforzata (+15,7% in valore), portando l’attivo della bilancia commerciale a sfiorare i 400 milioni di euro.

I formaggi freschi e i formaggi duri, che rappresentano circa tre quarti delle esportazioni complessive, hanno trainato le performance estere, sostenendo al contempo i prezzi interni. Il prezzo del latte alla stalla ha raggiunto valori record: 59,2 euro/100 litri nei primi sei mesi del 2025, +16% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Le importazioni

Nel 2024 sono ulteriormente aumentate le importazioni di formaggi e latticini (+8,2% in volume e +9,3% in valore), nonostante prezzi ancora sostenuti. E la tendenza prosegue anche nei primi quattro mesi del 2025, con +2,4% in volume e +10,2% in valore.

La Germania conferma il ruolo primo paese fornitore. In significativo rialzo le spedizioni dalla Repubblica ceca (soprattutto duri) e Paesi baltici (soprattutto freschi).

Principali fornitori di formaggi (quota in volume, 2024)

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

Nel 2024, la maggiore richiesta proveniente dalla trasformazione, ha fatto crescere le importazioni di latte sfuso (+6,3% rispetto al 2023).

La Germania si conferma primo fornitore, seppure con flussi in contrazione (-8,4%). In forte crescita le cisterne provenienti da Slovenia e Francia, rispettivamente +28% e +69%, anche come conseguenza di prezzi alla stalla molto competitivi.

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