Per Coop si avvicina la luce in fondo al tunnel

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Fotolia_20233616_MSe il 2014 è stato l’anno della “ripresa che non c’è stata”, il 2015 sarà se non altro quello della “luce in fondo al tunnel”. Le famiglie italiane allenteranno, seppur di poco, la cinghia, il recupero benché lieve del Pil quantificabile in un +0,5% consentirà un minimo di sollievo e i consumi delle famiglie che già nel 2014 hanno smesso di cadere (+0,3%) mostreranno nel 2015 qualche segno positivo: in totale un +0,7%. Stagnante o con margini di recupero limitati è invece il comparto dell’alimentare dove tra il 2006 e il 2014 si è tornati indietro di ben 12 punti percentuali e proiettandosi verso il 2016 le cose non sembrano affatto migliorare: la spesa risulta ancora inferiore di quasi 20 miliardi rispetto ai livelli di dieci anni prima. Nel 2015 si rafforzeranno gli stili alimentari emergenti: le diete bio, veg, gluten free e per le intolleranze alimentari faranno comunque segnare incrementi a due cifre. In questo clima di austerità nell’alimentare gli italiani hanno maturato una eccezionale capacità di innovazione che consente loro di rivoluzionare il carrello della spesa e di difendere il proprio livello di consumi pur continuando a risparmiare. Essi si giovano di un mercato retail sempre più ricco di opportunità dove al fianco della Gdo si riqualificano gli operatori tradizionali, si affermano soprattutto i nuovi specializzati (chimico, bio, surgelati, specialties alimentari) e crescono le nuove forme di approvvigionamento no-store (autoproduzione, gruppi d’acquisto, vendita diretta, e-commerce ecc.). Anche per queste ragioni le vendite della Gdo fanno segnare a Natale una ulteriore battuta d’arresto (riduzione superiore ai 2 punti percentuali in dicembre) e chiudono l’anno con una variazione negativa intorno all’1%, secondo prime stime parziali di Coop su dati Nielsen. Per la Gdo si chiude uno degli anni peggiori in termini di fatturato ma le previsioni 2015 sembrano segnare una lieve inversione di tendenza (+0,4%) che privilegerà soprattutto i freschi, i punti vendita di dimensioni medio-grandi e ancora una volta i discount. È ancora boom dell’e-commerce con una crescita nella stagione natalizia stimabile in quasi il 30% e la possibilità di triplicare a quota 40 miliardi nell’arco di un quinquennio.