Il latte in polvere potrebbe essere più simile al latte fresco in un futuro grazie a un progetto che coinvolge un ingegnere chimico della Loughborough University. Andy Stapley ha infatti ricevuto una borsa di £ 274.578 dalla Commissione europea per aiutare la produzione di latte in polvere di qualità, migliorando il processo di essiccazione spray. Il progetto triennale è parte di un programma da 5 milioni di sterline chiamato ENTHALPY, il cui scopo è di considerare un approccio “dalla stalla al poliaccoppiato” e ridurre la quantità del 60% di energia e di acqua utilizzate per la produzione di prodotti alimentari in polvere come il latte.
Il progetto di Stapley non mira solo a migliorare il processo di essiccazione spray usato nella produzione di latte in polvere, ma anche la qualità del prodotto, rendendolo più simile – ma mai uguale – al latte fresco. Attualmente il latte in polvere è prodotto spruzzando latte da un ugello in una camera in cui è insufflata anche aria calda. Quest’ultima fa evaporare l’umidità delle goccioline, creando le particelle solide che costituiscono nel loro insieme il latte in polvere.
Tuttavia, questo è un processo inefficiente perché gli spray convenzionali sono caotici e inducono la formazione di gocce diverse per dimensioni, velocità e traiettorie. La differenza dimensionale delle goccioline fa sì che alcune siano “stracotte” e altre “meno cotte” e che avvengano fenomeni indesiderati quale la denaturazione proteica e l’imbrunimento non enzimatico. Stapley intende da un lato utilizzare nuovi dispositivi di atomizzazione piezoelettrica (similmente a quanto avviene per le stampanti a getto di inchiostro) per garantire l’uniformità delle goccioline, e dall’altro sviluppare un processo di essiccazione ottimale per ridurre l’energia impiegata e migliorare la qualità del prodotto.