Surgelati: presenza sempre maggiore sulle tavole moderne

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Era il 1963 quando nacque IIAS, l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati su iniziativa delle maggiori industrie produttrici di surgelati operanti all’epoca in Italia. Il suo obiettivo era la valorizzazione dei prodotti sottozero nel nostro Paese.

Inizialmente percepiti con qualche diffidenza, ora i surgelati sono entrati stabilmente nelle nostre abitudini alimentari: oggi li scelgono 9 italiani su 10. Nel 2021 il consumo pro capite ha raggiunto i 16 kg pro capite all’anno (vs. i 3 kg del 1980), per un valore di mercato in continua ascesa, che nel 2021 si stima 4,8 mld di euro.

6 marzo, giorno in cui si celebrano i surgelati

In occasione della “Giornata del cibo surgelato” (6 marzo), IIAS celebra i 60 anni di attività ripercorrendo le tappe più significative di questa storia, che si intreccia inestricabilmente con quella del Paese e delle nostre abitudini di consumo.

“Quella dei prodotti surgelati è la storia di una straordinaria ‘rivoluzione’ alimentare, che ha modificato per sempre il nostro modo di mangiare e conservare il cibo. Ciò che solo fino a qualche decennio prima sembrava impensabile, con l’arrivo dei surgelati in Italia è diventato realtà e oggi, a pochi giorni dalla Giornata del cibo surgelato, celebriamo i 60 anni di IIAS che coincidono anche con l’arrivo dei surgelati in Italia”, racconta Giorgio Donegani, presidente IIAS.

Innovazioni e varietà…

Dalla prima apparizione sul mercato italiano a oggi, l’innovazione ha caratterizzato il percorso dei prodotti surgelati, mettendo a punto prodotti diventati l’emblema del settore. Dai bastoncini di pesce, prodotto “iconico” per eccellenza consumato abitualmente da oltre 10 milioni di famiglie, ai vegetali, sempre in cima alle preferenze frozen dei nostri connazionali, che nel 2021 ne hanno consumati oltre 250mila tonnellate; dalle pizze surgelate, che hanno vinto la concorrenza di quelle fresche da banco nei supermercati, alle patatine fritte, che da sole rappresentano quasi il 15% del volume totale degli alimenti surgelati consumati nel nostro Paese; fino ai piatti pronti, balzati al successo negli anni ‘90 del secolo scorso, espressione della tradizione gastronomica italiana e mediterranea.

 … anche nel segmento della pizza

Oggi, secondo dati IIAS, le famiglie italiane mangiano, ogni anno, 240 milioni di pizze surgelate, per un totale di 60 mila tonnellate pari al 10% di tutti i consumi di surgelati nel nostro Paese. Un successo dovuto anche alla diversificazione dell’offerta delle pizze surgelate, che ha riguardato gli spessori, gli impasti, le dimensioni e le farciture.

Senza contare poi che la pizza surgelata è diventata una punta di lancia del Made in Italy alimentare nel mondo, compresi gli Stati Uniti.

Fra il 2019 e il 2021, l’export italiano di pizze surgelate nel mondo è aumentato del 18%, fino a superare il valore di 700 milioni di euro all’anno.

 L’importanza di stare al passo con i tempi

La storia dei surgelati in Italia è passata attraverso un ininterrotto processo di fusione tra modernizzazione degli stili alimentari e ripresa/mantenimento delle tradizioni gastronomiche, ricorda IIAS.

Negli anni 70 del secolo scorso, i pasti si fanno meno ‘strutturati’, si comincia a mangiare più spesso fuori casa, si sperimentano nuovi cibi e modalità di consumo. Gli italiani diventano più disponibili all’uso di ingredienti surgelati parzialmente o del tutto pronti per l’uso in cucina, che trovano un posto stabile dentro il freezer.

Negli anni 80 le vendite dei frozen food accelerano: secondo i dati IIAS, se nel 1980 il consumo pro capite era di 3 kg all’anno, nel 1987 raddoppia. Anche l’aumento del numero dei giovani single favorisce l’espansione dei cibi surgelati. Nel contempo, il surgelato risponde alle esigenze di fitness e di dieteticità che si affacciano con forza e che, da allora in poi, saranno una costante delle richieste del consumatore.

Gli anni 90 segnano una svolta importante nel comparto, con l’applicazione ai primi piatti tipici della gastronomia italiana della più significativa tra le innovazioni tecnologiche del settore degli ultimi anni: l’IQF (acronimo di “Individually Quick Frozen”, ovvero “surgelato individualmente”), una tecnica di raffreddamento che massimizza gusto e consistenza.

Nei primi anni 2000, i consumatori diventano sempre più consapevoli ed esigenti: leggono le informazioni riportate sui packaging e cominciano a familiarizzare con i temi della sostenibilità ambientale. Le aziende di surgelati propongono un’offerta ancora più ampia e variegata, che valorizza ulteriormente il legame con la tradizione italiana a tavola e con la dieta mediterranea e i suoi cibi di riferimento.

I dati di consumo premiano il comparto: alla fine del decennio, i surgelati sfiorano quasi le 900mila tonnellate, rispetto alle 800mila del 2009.

Protagonisti in tavola

Ma il vero boom si raggiunge negli ultimi anni: il totale dei surgelati consumati in Italia arriva al record storico di oltre 940mila tonnellate, corrispondenti a un consumo annuo di 16 kg a testa, rispetto ai 15,1 kg del 2020, ai 14,1 del 2019 e più del quintuplo dei 3 kg del 1980 (dati IIAS).

“Nel corso degli anni – ricorda Giorgio Donegani – il surgelato ha più volte ‘cambiato pelle’: da risorsa d’emergenza a valido alleato; da soluzione ‘salva-cena’ per lavoratori e single fino all’attuale profilo di prodotto d’eccellenza per tutta la famiglia, grazie al suo alto contenuto di servizio. In sessant’anni il comparto è stato protagonista di un costante miglioramento della qualità dei prodotti, dovuto alla ricerca selettiva sulle materie prime, alle nuove tecnologie di surgelazione, ad una razionalizzazione dei canali distributivi e al sempre più evidente fattore innovativo”.