Trasporti: tecnologie e modalità in continua evoluzione

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Il trasporto su strada sta lasciando sempre più spazio a quello intermodale, che consente la massimizzazione delle economie di scala, attraverso l’uso ottimale di ciascuna modalità e, quindi, una riduzione dei costi. Refrigerazione passiva, condizionamento in atmosfera modificata e smart-tag identificativi rendono il trasporto delle merci deperibili più sicuro

Trasporti

La logistica fa in modo che materiali, materie prime, parti, prodotti finiti e/o servizi arrivino a destinazione, al momento giusto e a un costo ragionevole. Per far ciò occorre un sistema logistico, che si può definire come “l’insieme delle infrastrutture, delle attrezzature, delle persone e delle politiche operative che permette il flusso dei beni (e delle necessarie informazioni) dall’acquisizione delle materie prime fino alla distribuzione dei prodotti finiti ai consumatori” (J. Heskett, R. Shapiro, Harvard Business School).

In particolare, la logistica degli approvvigionamenti ha come oggetto la fornitura. Il suo obiettivo principale è assicurare l’alimentazione dei processi produttivi, limitando i costi di stoccaggio ed evitando arresti nella produzione, dovuti all’attesa. L’oggetto della logistica distributiva invece è il prodotto. Gli obiettivi fondamentali, in questo caso, sono la consegna della merce secondo gli accordi presi con il cliente e la gestione corretta degli alimenti. Una delle attività chiave della logistica è il trasporto e tutto ciò che lo riguarda: la selezione delle modalità di trasporto, la formazione dei carichi, la definizione dei percorsi delle merci, la selezione dei mezzi, la gestione delle lamentele e l’auditing tariffe.

Evoluzione dei trasporti: da quello su strada all’intermodale

Le principali caratteristiche da cui dipende la scelta del trasporto riguardano la conse gna e il trasporto vero e proprio. Quindi: tipo di merce, peso, distanza, destinazione, urgenza, regolarità del carico, tempo di viaggio, contenitore utilizzato e così via. Gli attributi più importanti della scelta modale derivano dall’analisi di diversi fattori, come l’affidabilità del modo di trasporto, il controllo sulla spedizione e sul tempo di consegna, il tempo di spostamento, la pronta disponibilità del trasporto quando richiesto, la sicurezza del prodotto durante lo spostamento. Alcuni di questi fattori stanno facendo scegliere sempre più spesso alle aziende alimentari più evolute il trasporto intermodale. Esso prevede il trasferimento di una merce con più modi di trasporto ma con uno stesso contenitore (container, cassa mobile, semirimorchio), senza rottura di carico.

Un tipo di trasporto intermodale è quello combinato, le cui lunghe percorrenze si effettuano per ferrovia, vie navigabili o per mare, mentre i percorsi iniziali e terminali, più corti possibili, sono realizzati con il trasporto su strada. Si tratta di un’evoluzione del trasporto delle merci, se si pensa che a livello comunitario, all’inizio degli anni ’90, l’autotrasporto deteneva quasi il 90% del mercato. A favore del trasporto su strada vi è la maggiore flessibilità e capacità di adeguamento alle esigenze del cliente, maggiore capillarità distributiva e l’esistenza spesso di due soli momenti di manipolazione delle merci: all’origine e alla destinazione. Il trasporto su strada può essere in conto proprio o conto terzi.

Il primo è caratterizzato dall’alta incidenza dei percorsi a vuoto (43% km totali), il che lo rende più costoso (soprattutto su lunghe percorrenze) di quello conto terzi (35%). Può essere però giustificabile in termini di qualità del servizio richiesto dall’azienda. Di contro, il trasporto conto terzi, soprattutto in Italia e in Spagna dove la presenza di microimprese con meno di 10 dipendenti è superiore a quella degli altri Paesi, è spesso caratterizzato da una bassa specializzazione dei mezzi a disposizione. Problema di non poco contro per le merci deperibili. La grande competizione a cui si sta assistendo nel mondo del trasporti, dovrebbe portare, secondo gli esperti, a un’aggregazione delle aziende di ridotte dimensioni, a un incremento del livello di professionalità degli operatori dell’autotrasporto e allo sviluppo di un’offerta di servizi integrati con quello del puro trasporto, come il magazzinaggio e la movimentazione.

Con il trasporto intermodale si sfruttano i vantaggi tecnici ed economici delle diverse modalità di trasporto e si garantisce la sostenibilità del sistema dei trasporti. Esso consente la massimizzazione delle economie di scala attraverso l’uso ottimale (per dimensione e distanza) di ciascuna modalità e, quindi, riduzione dei costi. Il trasporto intermodale più utilizzato in Europa è il combinato strada-rotaia anche grazie al quale vi è stata una ripresa del trasporto ferroviario. Nell’intermodalità la merce è stivata nell’unità di carico dal mittente ed è distivata dal destinatario: tutti i vettori che intervengono nella catena, indipendentemente dal modo di trasporto, non intervengono sulla merce ma su l’unità di carico.

Essa deve contenere e proteggere la merce ed essere agevolmente trasferibile da una modalità di trasporto ad un’altra. Il trasporto intermodale affida larga parte del livello di efficacia, sicurezza ed economicità alla rete di infrastrutture terminali e all’infrastruttura di scambio. Una delle problematiche per lo sviluppo del trasporto intermodale in Italia potrebbero essere le carenze infrastrutturali del sistema ferroviario con limitazione dei collegamenti o la mancanza di connessione diretta delle linee ferroviarie con i terminali intermodali o la limitata offerta di treni ad esso dedicati.

Container

 

RAF, refrigerazione ad accumulo di frigorie

A dare una spinta al trasporto intermodale ci sta pensando la tecnologia RAF (refrigerazione ad accumulo di frigorie o refrigerazione passiva). È un sistema che serve a trasportare e conservare in condizioni ambientali ottimali, in container e casse mobili ferroviarie, merci deperibili, quali medicinali, ortofrutta, prodotti lattiero-caseari, ittici e florealicoli. Con tale tecnologia si riesce a mantenere la temperatura costante ai valori prestabiliti con variazioni minime. La refrigerazione passiva prevede l’accumulo di energia termica, necessaria per il funzionamento autonomo, grazie all’assorbimento del calore passante attraverso le pareti del mezzo e di quello generato dai prodotti attraverso la fusione della massa termica preventivamente congelata.

I prodotti conservati con questo sistema si conservano meglio e più a lungo di quelli con tecnologia a ventilazione forzata. L’autonomia termica è superiore a 5 giorni (fino a 10 giorni). Si evitano i rischi derivanti da eventuali anomalie al gruppo refrigerante. L’integrità del prodotto è garantita così come un risparmio sui costi e la riduzione dei livelli di inquinamento. Il sistema è applicabile a tutti i mezzi di trasporto: casse mobili da 3,6-7,4-13,6 m, furgoni e semirimorchi fino 13,6 metri, container marini e celle frigorifere fisse. Questo sistema consente un notevole risparmio sui costi energetici, grazie all’accumulo di energia termica, prodotta nelle ore notturne a tariffa ridotta e utilizzata di giorno. Così come consente un risparmio di gasolio utilizzato per i generatori degli impianti di refrigerazione mobili nella logistica agroalimentare.

Altro risparmio riguarda l’utilizzo dei compressori per la refrigerazione convenzionale, che possono essere sostituiti dalla refrigerazione passiva. Inoltre, l’elevata autonomia energetica consente l’utilizzo di mezzi non predisposti per l’allacciamento elettrico e quindi di pagare tariffe minori (dal 30% per l’intermodale al 70% per il marittimo). Ad integrazione della refrigerazione passiva vi è anche il sistema di condizionamento in atmosfera modificata. Il modulo è dotato di un sistema di erogazione di miscele diverse di gas (in funzione del prodotto) in grado di rallentare i processi di degradazione delle derrate alimentari deperibili. I moduli possono essere integrati da uno smart-tag identificativo in grado di contenere le informazioni relative alla merce trasportata. Lo smart-tag sarà interrogabile in qualsiasi momento lungo la filiera, grazie alla tecnologia RFID.