Codice UE di condotta alle pratiche commerciali alimentari: il primo bilancio

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È appena trascorso il primo anniversario del varo del codice di condotta dell’UE per pratiche commerciali e di marketing responsabili nella filiera alimentare, elemento chiave della strategia “Dal produttore al consumatore”.

Nell’ultimo anno il numero di firmatari che si sono impegnati ad accelerare il loro contributo a una transizione sostenibile nel quadro del codice di condotta è passato da 65 a 124; tra questi figurano grandi operatori commerciali europei e internazionali dell’industria alimentare. Nel settembre 2021 la Commissione ha presentato il codice di condotta nel contesto del vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari.

Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di sistemi alimentari sostenibili per nutrire una popolazione in crescita su un pianeta che perde rapidamente lo spazio e la capacità per farlo. La produzione e il consumo alimentari sono una delle principali cause delle crisi del clima e della biodiversità. Incoraggio pertanto tutte le imprese ad aderire al codice di condotta. Il rapido aumento del numero di firmatari dimostra che il settore è sempre più consapevole del fatto che la produzione alimentare sostenibile è l’unico modo per farcela”.

Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, conferma: “In un solo anno il numero di associazioni e imprese impegnate ad accelerare il loro contributo a una transizione sostenibile nel quadro del nostro codice di condotta è quasi raddoppiato. Nell’ambito della strategia ‘Dal produttore al consumatore’ siamo determinati a sfruttare al meglio il potenziale del codice per stimolare l’azione collettiva. È urgente agire subito, per la natura e per il clima”.

Che cos’è

Il codice è un’iniziativa volontaria che incoraggia la parte centrale della filiera alimentare (produttori, commercio all’ingrosso, commercio al dettaglio, ristorazione e settore ricettivo) a migliorare e comunicare, su base volontaria, le prestazioni in termini di sostenibilità. I firmatari si sono impegnati, tra l’altro, a promuovere un’alimentazione sana e sostenibile, a migliorare l’efficienza delle risorse nelle loro operazioni, a promuovere catene di approvvigionamento sostenibili e a riferire annualmente in merito a tali impegni, che vanno dalla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra lungo la catena del valore alla riduzione del tenore di zucchero dei prodotti.

Sulla base di tali relazioni, la Commissione ha avviato uno studio per mappare gli impegni delle imprese e i settori interessati al fine di visualizzare meglio gli sforzi compiuti dall’industria alimentare e a che punto quest’ultima si trova sulla strada della sostenibilità. A fine anno diffonderà i risultati dello studio di mappatura delle relazioni 2021. Oltre agli attori citati, sono tra i firmatari anche i produttori primari, i prestatori intermedi e i fabbricanti e confezionatori di prodotti: ciò sottolinea l’importanza di adottare un approccio trasversale basato sulla globalità dei sistemi alimentari e di stabilire partenariati tra tutti gli attori del sistema.