Dairy Summit. Su il sipario

1095

Sta per iniziare la seconda edizione del Dairy Summit “Dal foraggio al formaggio. Gli stati generali della filiera lattiero-casearia. Il latte italiano alla sfida della comunicazione di filiera”. L’evento rientra nel “Progetto Filiere di Tecniche Nuove” nato nel 2019 con l’obiettivo di creare piattaforme di dialogo costante tra gli operatori delle singole filiere.

Pur non avendo potuto partecipare per impegni istituzionali, il ministro Teresa Bellanova ha voluto inviare un video messaggio, che vogliamo condividere in anteprima con la platea “virtuale” del lattenews.it:

“Un fatturato annuo che supera i 16,5 miliardi di euro, circa 2.000 stabilimenti che danno lavoro a oltre 25.000 persone cui si aggiungono circa 100.000 posti di lavoro nell’indotto che diventano oltre 200.000 contemplando chi lavora in campagna.
Basterebbero questi numeri, cui vanno assolutamente aggiunte quelle 53 DOP che fanno del nostro Paese il leader mondiale della produzione casearia di qualità, per fotografare lo stato dell’arte di un segmento d’eccellenza della nostra agricoltura e filiera agroalimentare che, dalla fine del regime delle quote latte, aprile 2015, ha aumentato le consegne di quasi un milione di tonnellate, segnando un livello produttivo per cui l’Italia è quinta in Europa, dopo Germania, Francia, Olanda e Polonia.
Si comprende dunque l’importanza e anche la centralità del 24 novembre prossimo quando la filiera lattiero-casearia si incontrerà su un tema come quello della comunicazione di filiera che personalmente considero di rilevanza fondamentale sia per il posizionamento sul mercato interno e internazionale che per la valenza e il ruolo da assegnare al patto con i consumatori. Strategico a mio parere per il presidio dei mercati e soprattutto per la centralità di una informazione che si voglia sempre più corretta, ampia, trasparente.
Non è un caso se abbiamo scelto di prolungare la sperimentazione dell’obbligo di indicazione dell’origine del latte e per tutti i prodotti derivati fino a dicembre 2021, se in Europa affermiamo con forza il diritto dei cittadini ad un’informazione trasparente e corretta che passi dall’obbligo dell’etichetta d’origine per tutti i prodotti, se con altrettanta forza abbiamo chiesto un nuovo inizio nel confronto sull’etichettatura fronte-pacco da cui comunque sosteniamo la necessità di stralciare Dop e Igp, se nella prossima Legge di bilancio proponiamo un investimento sulle filiere pari a 150milioni convinti come siamo dell’indispensabilità di nuovi rapporti di filiera per un riequilibrio nella catena del valore, e se nella Strategia nazionale per il Sistema Agricolo, Agroalimentare, Forestale, della Pesca e dell’acquacultura indichiamo la necessaria rigenerazione del sistema agricolo e alimentare nel nostro paese attraverso il potenziamento delle imprese e delle filiere.
In quest’anno l’emergenza covid ha spezzato il tempo e imposto, a partire da marzo, azioni e misure straordinarie.

Se come Amministrazione l’impegno nel supporto alla filiera zootecnica e a quella del latte in particolare è sempre stato evidente, in questi mesi la pandemia e le criticità che alcuni segmenti dell’agroalimentare hanno sopportato, in modo spesso drammatico, ha imposto un’attenzione e un sostegno ancora maggiori.
Penso agli interventi messi in campo negli ultimi mesi. Ne ricordo alcuni: dall’esonero contributivo per i mesi di gennaio-giugno 2020 per tutti gli allevamenti inclusi quelli da latte agli oltre 70 milioni di euro per acquisti di latte 100% italiano e formaggi Dop da destinare alla distribuzione gratuita alle fragilità alimentari, al prolungamento appunto della sperimentazione sull’obbligo dell’indicazione di origine al Fondo ristorazione, valore 600milioni, per acquisti di prodotti agroalimentari, anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima di territorio.
Sostegno, valorizzazione, rafforzamento della filiera, internazionalizzazione, patto con il consumatore: sono le nostre parole d’ordine.
Ed è significativo che proprio nella Carta del latte gli operatori mettano in primo piano l’urgenza di un patto di filiera e la necessità di rapporti più razionali anche attraverso un’agenda condivisa di priorità.
E che venga adeguatamente sottolineata l’importanza del recepimento della Direttiva Ue contro le pratiche sleali che proprio nei giorni scorsi ha superato l’esame del Senato e adesso inizia l’iter nella Commissione referente Politiche Europee della Camera.
Alla richiesta di un Tavolo di settore orientato alla filiera non posso che rispondere positivamente.
C’è bisogno di un di più di programmazione strategica e anche di confronto leale, rigoroso, di merito, tra tutti gli attori coinvolti.
Portare questa filiera nel futuro è obiettivo comune. Lavoriamoci insieme”.

Segui gli aggiornamenti e accedi a ulteriori contenuti: www.dairysummit.it