Dietro le quinte dell’etichettatura nutrizionale

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Dalla sua comparsa negli anni 40 negli Stati Uniti, l’etichettatura nutrizionale ha subito profonde modifiche. Il Codex alimentarius se ne occupa dagli anni ‘70 e ha redatto due linee guida: Guidelines on Nutrition Labelling (CXG 2-1985); Guidelines for Use of Nutrition and Health Claims (CXG 23-1997).

Esse offrono un elevato grado di flessibilità per rendere significativa la dichiarazione del contenuto nutritivo ai consumatori e permettere loro di confrontare direttamente il contenuto nutrizionale degli alimenti preconfezionati.

Tuttavia, il significato nutrizionale di un alimento è difficile da comunicare quando il contenuto di nutrienti viene fornito solo in unità metriche e senza un’interpretazione. In tale contesto potrebbe essere utile esprimere il contenuto di nutrienti in percentuale rispetto ai valori nutritivi di riferimento (VNR). Tuttavia, non è possibile correlare il contenuto nutrizionale dichiarato degli alimenti con il fabbisogno nutrizionale individuale.

Come è avvenuta la definizione dei valori nutritivi di riferimento (VNR) relativi a proteine, 13 vitamine e 6 minerali nelle linee guida per l’etichettatura nutrizionale del Codex? Lo spiega un volume appena pubblicato congiuntamene dalla FAO e dall’OMS. Esso documenta il processo e le decisioni relative alla revisione dei VNR, fornendo una preziosa documentazione di un complesso lavoro tecnico durato diversi anni.