Fase 2: come riorganizzare il lavoro in caseificio

1284

Nell’attuale scenario Covid-19, sostanzialmente per garantire la sicurezza degli alimenti risulta imperativo l’approccio combinato di prevenzione e controllo definito dal regolamento CE 852 del 2004. In questo regolamento, e nei vari manuali di buona prassi igienica aziendali, è richiesto un costante rispetto delle pratiche igieniche e delle procedure di pulizia e disinfezione per garantire la sicurezza degli alimenti in fase di produzione. Il tema è stato approfondito nell’inchiesta del fascicolo di luglio de Il latte, con l’ausilio di diversi professionisti, tra cui Michela Maggi, avvocato in Milano e dottore in proprietà industriale, che ci ha rilasciato questa dichiarazione:

“Le misure cosiddette anti-Covid riguardano le aziende e vanno da disposizioni che impattano principalmente sui dipendenti, a misure che impattano su tutte quelle persone che accedono ai locali aziendali a vario titolo come clienti, fornitori e personale vario.

Gli obblighi verso i lavoratori sono molteplici. Anzitutto occorre che il datore di lavoro adotti un protocollo di sicurezza in accordo con il responsabile della sicurezza aziendale e con le rappresentanze sindacali aziendali, senza contare che ci sono anche obblighi relativi al trattamento dei dati personali che vanno considerati, al fine soprattutto di evitare il sorgere di eventuali contenziosi con i lavoratori e di trattare in maniera appropriata i dati di questi ultimi. Certamente ci sono poi adempimenti privacy che vanno rispettati.

L’importanza dei cartelli informativi

Ci sono primariamente alcuni obblighi di informazione da parte del datore di lavoro, il quale dovrà segnalare quali sono le norme relative al trattamento del lavoratore che rientra o si trova in azienda dopo questo periodo emergenziale. Si potrebbero esporre dei cartelli all’entrata e in altri luoghi che segnalano quali sono le condizioni che consentono l’accesso e la permanenza del lavoratore in azienda, con riferimento naturalmente al fatto che il lavoratore non sia malato di Covid, non si trovi in situazione di quarantena, non sia affetto da qualche sintomo influenzale e non abbia la febbre.

Ci sono poi altri cartelli informativi che il datore di lavoro dovrebbe affiggere in particolare all’interno delle zone comuni: mense, spogliatoi ecc., dove i lavoratori ora sono tenuti a permanere il meno possibile e solo per il tempo strettamente necessario, seguendo fra l’altro una serie di norme igieniche che vanno dal lavaggio delle mani al distanziamento sociale, all’indossare guanti per esempio per estrarre prodotti dalle macchinette elettroniche e via discorrendo.

Al datore di lavoro è consentito provare la febbre al lavoratore. Tuttavia non è consentito registrare il dato a meno che esso non sia negativo (e comunque solo per documentare il mancato ingresso del lavoratore in azienda): questo per motivi di privacy. Ci sono poi altri obblighi del datore di lavoro che riguardano la modalità di ingresso in azienda dei lavoratori e, in particolare, come ho appena detto, il fatto che il personale possa essere sottoposto a un controllo della temperatura corporea ove dovesse sviluppare dei sintomi Covid, le autorità sanitarie dovrebbero essere avvisate e il lavoratore dovrebbe essere posto in una stanza apposita cercando di non venire a contatto con altri lavoratori.

Fra l’altro il datore di lavoro deve informare il personale o chi intende fare l’ingresso in azienda che sarebbe precluso l’accesso a chi negli ultimi 14 giorni abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi o abbia sintomi influenzali o febbre. Va inoltre prevista una modalità di entrata e di uscita dall’azienda: le persone dovrebbero muoversi in maniera scaglionata, così da rimanere distanziate le une con le altre e poi dovrebbero avere possibilmente una porta di entrata e una porta di uscita. Il personale che deve accogliere soggetti esterni, per esempio in reception o molto a contatto con il pubblico, dovrebbe essere protetto da sistemi come per esempio il plexiglas che consentono che non venga contagiato.

Pulizia e sanificazione dei locali

Un terzo punto molto importante per quanto riguarda in generale i locali aziendali e i lavoratori è la pulizia e la sanificazione in azienda. Sanificazione che deve essere effettuata sicuramente prima che riprendano le attività e in ogni caso periodicamente e anche più volte al giorno, soprattutto se ci sono degli spogliatoi o ci sono delle zone che necessitano di sanificazione. Poi è chiaro che se taluni locali debbano essere sanificati un numero superiore di volte bisognerà avere sempre sostanzialmente pronta la persona incaricata delle pulizie, per poter procedere di conseguenza. Per il lavoratore e per ogni persona che accede ai locali aziendali naturalmente vi è l’obbligo di adottare precauzioni igieniche e in particolare la disinfezione e il lavaggio delle mani.

I DPI

Per quanto riguarda il capitolo dispositivi di protezione individuale quali mascherine, guanti, visiere, tute, ecc, l’adozione di essi è fondamentale ed è legata alla disponibilità in commercio. Le mascherine devono essere usate secondo le prescrizioni dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, le quali devono essere fatte circolare tra i lavoratori. Qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni, è necessaria l’adozione della mascherina e possibilmente di altri dispositivi di protezione individuale come: guanti, occhiali, tute cuffie e camici. Il tutto va anche modulato con l’apporto e la consulenza del medico aziendale, che potrà dire se e quali dispositivi è opportuno adottare oltre a quelli necessari e potrà dire se è opportuno che in certi ambienti ai dipendenti vengano fatti dei test sierologici e/o dei tamponi.

Ingressi e riunioni

Le riunioni, gli eventi interni, la formazione e anche gli spostamenti all’interno del sito aziendale devono essere limitati al massimo. Se un trasportatore scarica la merce deve farlo preferibilmente fuori dei locali aziendali e deve presentarsi munito di tutti i dispositivi di protezione individuale come: mascherina, guanti, ecc. anche perché i trasportatori sono dei soggetti considerati particolarmente a rischio.

Prima e dopo ogni riunione con clienti, fornitori o interni, occorre sanificare i locali e posizionare il disinfettante fuori da ogni stanza ma anche e soprattutto fuori da spogliatoi e mense.

Il trattamento dei dati

È molto importante, in questi casi, gestire il trattamento dei dati personali per evitare sanzioni e controversie con i lavoratori. Occorre prevedere che vengano rese informative specifiche ai lavoratori e che inoltre le persone che si occupano di trattare questi dati legati all’emergenza Covid siano individuate e ricevano istruzioni specifiche. Oltre a ciò vi sono altri adempimenti che potrebbero essere adottati a seconda del tipo di protocollo di sicurezza o che comunque riguardano l’azienda nella sua generalità come il registro dei trattamenti, la valutazione d’impatto.

In caso di non ottemperanza, le sanzioni possono essere multe amministrative e arrivare sin anche alla sospensione dell’attività lavorativa da 5 giorni a 30 giorni oppure finché non vengono ristabilite le condizioni di sicurezza prescritte dal Governo. Si potrebbero inoltre configurare altre situazioni legate alla posizione del datore di lavoro, come l’infortunio sul lavoro che dovesse subire il lavoratore e la possibile responsabilità penale e/o civile del datore di lavoro legata a determinate circostanze.

Oltre a queste, vi sono sempre le sanzioni legate alla 231 e al generale dovere del datore di lavoro di garantire al lavoratore locali salubri in cui svolgere la propria attività”.