In una nota il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stato adottato il decreto interministeriale che prevede la revisione delle norme relative all’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, sinora disciplinate dal decreto ministeriale 7 aprile 2006, e nuove norme sull’utilizzazione agronomica del digestato, prodotto dagli impianti di digestione anaerobica.
Dopo aver avuto il parere positivo della Conferenza Stato Regioni e il concerto dei ministri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico, della Salute e delle Infrastrutture, il decreto è stato firmato dal ministro Martina e inviato agli organi di controllo per la registrazione. Il provvedimento è frutto di una lunga e approfondita istruttoria, a cui hanno preso parte le regioni, i ministeri e le associazioni di categoria.
Le novità introdotte dal nuovo decreto riguardano in particolare:
- la possibilità di utilizzare agronomicamente il digestato frutto della digestione anaerobica degli effluenti di allevamento e di una serie di materie tra cui scarti vegetali ed alcuni scarti dell’agroindustria;
- bipartizione del digestato in agrozootecnico ed agroindustriale;
- divieto di utilizzazione agronomica del digestato prodotto da colture che provengano da siti inquinati;
- possibilità per le Regioni di modificare il periodo obbligatorio di 60 giorni di divieto di spandimento degli effluenti, a seconda delle diverse condizioni climatico-ambientali;
- introduzione di una graduale limitazione all’uso di colture no-food alternative all’utilizzazione agricola dei terreni coltivati;
- calcolo dell’azoto tramite l’effettivo fabbisogno delle colture.
Il provvedimento è stato a lungo discusso anche con la Commissione europea. La Direzione Generale dell’Ambiente, su votazione del 63° Comitato Nitrati della Commissione Europea, al quale hanno partecipato i rappresentanti di tutti gli Stati membri, ha confermato la deroga alle regioni Lombardia e Piemonte sull’applicazione della direttiva Nitrati. Si è astenuto il solo Lussemburgo. Nello specifico, la deroga consente alle due regioni di innalzare il tetto di azoto per ettaro, sino a tutto il 2019, nell’utilizzo degli effluenti di allevamento come fertilizzanti, da 170 kg/ha a 250 kg/ha nelle zone vulnerabili ai nitrati.