Nel rapporto “Prospettive per i mercati e il reddito agricoli Ue nel 2015-2025” del dicembre 2015 la Commissione europea prevede che la produzione di formaggi aumenti di 1,15 milioni di t nel prossimo decennio, attestandosi a 11,2 milioni di tonnellate entro il 2025. Anche se la prospettiva è di un leggero rialzo della percentuale esportata nel periodo considerato, che non porterà in ogni caso al superamento della soglia del 10% della produzione nel 2025, il mercato interno continuerà a essere fondamentale. Il consumo pro capite è previsto in aumento grazie a un miglioramento della situazione economica e alle preferenze dei consumatori.
L’industria, il settore più dinamico, assorbirà il 35% del formaggio prodotto nella UE che sarà utilizzato per preparare panini, pizze e in altre preparazioni. Negli ultimi 10 anni, il consumo pro capite è aumentato di 1 kg nella UE-15, attestandosi a 19,8 kg nel 2015. Nel prossimo decennio, potrebbe elevarsi di ulteriori 0,8 kg. Nell’UE-N13 (gli Stati Membri che sono entrati nell’Ue dopo il 1995), i livelli di consumo sono molto più bassi (13,2 kg pro capite nel 2015), ma hanno registrato quasi +3kg negli ultimi 10 anni ed entro il 2025 dovrebbero avvicinarsi a 16 kg pro capite.
Le esportazioni casearie hanno chiaramente risentito dell’embargo imposto dalla Russia che prima ne assorbiva oltre il 30%. Grazie ai nuovi sbocchi trovati (principalmente negli Stati Uniti, in Giappone e Corea del Sud) nel 2015 l’export di formaggio dovrebbe essere prossimo alle 700.000 tonnellate, con un calo del 13% rispetto al 2013 (anno in cui l’embargo non era ancora in vigore). Entro il 2025, l’UE dovrebbe esportare 1 milione di tonnellate di formaggio, vale a dire 230 000 tonnellate in più rispetto al 2013. Nel 2014, il prezzo medio all’esportazione dei formaggi comunitari è stato di 5 €/kg e 3,5 €/kg è stato invece quello spuntato dai principali formaggi concorrenti, cioè quelli statunitensi e neozelandesi. L’Ue è il maggior esportatore di formaggio al mondo e potrebbe aumentare la propria quota mondiale sino al 37% entro il 2025.