Il latte a lunga conservazione è vissuto dal consumatore prevalentemente come un prodotto di scorta, di qualità inferiore a quella del latte pastorizzato. I volumi sono abbastanza stabili nel tempo con oscillazioni contenute in positivo o negativo e in particolare il segmento del latte UHT normale risulta da tempo banalizzato e animato solo dalla competizione di prezzo. Rappresenta comunque una delle categorie top seller della distribuzione moderna e, a conferma della competitività accesa sul mercato, una delle più promozionate, con circa il 39% dei volumi in promozione. Nel corso della sua storia il latte a lunga conservazione ha progressivamente eroso quote al latte fresco. Il contenuto di servizio, legato alla lunga conservabilità, lo fa spesso preferire al latte pastorizzato, con volumi consumati superiori e una maggior penetrazione nelle famiglie, vicina al 90%. L’altro fattore competitivo chiave è la convenienza, considerando che nel 2013 il latte UHT ha registrato un prezzo medio di 0,96 euro al litro rispetto a 1,40 euro al litro del latte pastorizzato ma con i primi prezzi, generalmente latte UHT di importazione, che scendono sotto 0,6 euro al litro. Il panorama generale del latte alimentare confezionato evidenzia un calo ma il latte UHT soffre meno del latte fresco, facendo registrare comunque nell’anno passato un calo dei consumi domestici del 2,2% in volume e una leggera diminuzione in valore. Nel complesso nel 2013 sono stati consumati in ambito familiare più di 1,4 milioni di tonnellate di latte UHT, per una spesa pari a 1.380 milioni di euro. A essere penalizzato dalla crisi economica e quindi dalla diminuita disponibilità alla spesa di molti consumatori è sicuramente il segmento dei latti speciali (vitaminizzati e salutistici arricchiti di componenti) che già nel 2012 avevano avuto un trend negativo, con la parziale eccezione del latte alta digeribilità, un segmento profittevole che continua a registrare positive performance sotto la spinta dei prodotti leader Zymil e Accadì. Si può stimare che il latte delattosato o a ridotto contenuto di lattosio valga almeno il 15% delle vendite a valore negli iper e supermercati e le potenzialità non mancano visto che in Italia si stima vi siano oltre 4 milioni di individui con problemi legati al lattosio. Il segmento dei latti vitaminizzati e salutistici è dominato dal gruppo Parmalat, che ha praticamente creato anni fa il mercato, grazie a una gamma diversificata di latti del benessere, con in testa prodotti come Parmalat Omega 3 Plus, Parmalat Fibresse ecc. Tra le tipologie più tradizionali di latte UHT il trend più favorevole riguarda il latte scremato mentre al pari dei latti speciali, un altro segmento innovativo (anche se ormai presente da molto tempo sugli scaffali) come quello delle bevande a base di latte UHT risente della crisi e rimane una nicchia con meno di 4.000 tonnellate commercializzate nella distribuzione moderna, per un valore di circa 10 milioni di euro.
Si sviluppano nuove aree di mercato
Nella dinamica competitiva bisogna considerare che si è sviluppata negli ultimi anni l’area delle bevande alternative al latte, principalmente le bevande a base di soia (per il 99% costituito dalla tipologia UHT) e più marginalmente di riso ecc. Si tratta di un mercato ancora di nicchia ma molto dinamico: se lo consideriamo unitamente al latte UHT rappresenta oltre il 7% in valore delle vendite totali con un trend di incremento intorno al 9%. Anche le aziende lattiero-casearie cominciano a interessarsi a questo mercato. Per esempio è del 2013 l’entrata del Gruppo Centrale Latte di Torino (con il marchio omonimo e con i marchi Centro Latte Rapallo e Centrale Latte Vicenza). Il prodotto è indirizzato a coloro che sono intolleranti al latte vaccino (in questo senso fa concorrenza direttamente in particolare al latte alta digeribilità) o che sono allergici alle proteine del latte, nonché a coloro che sono vegetariani/vegani, attraverso un gusto che avvicina i consumatori al sapore del latte vaccino. Il prodotto beneficia delle conoscenze tecnologiche relative alle produzioni UHT della Centrale del Latte e si caratterizza per un mix di prodotto innovativo: soia 100% italiana – non OGM, aromi al gusto crema di latte, calcio algale (20%, decisamente superiore vs. la media del mercato), vitamine B2 (per il sistema nervoso), D2 (per il sistema immunitario) e B12 (per ridurre la stanchezza). Tornando al più tradizionale latte a lunga conservazione, l’innovazione si è concentrata soprattutto sui latti speciali e ad opera principalmente del gruppo Parmalat. Di recente è stata però introdotta un’innovazione significativa per il latte UHT normale: Sterilgarda, uno dei maggiori produttori nazionali, ha infatti lanciato, primo nella categoria, il nuovo latte UHT microfiltrato, nella nuova confezione Edge di Tetra Pak, con il tappo più grande che migliora la versata. In un mercato che ha un vissuto abbastanza indifferenziato, c’è chi cerca di introdurre variazioni qualitative con posizionamenti distintivi in base alla qualità e al gusto: si può citare il caso del latte UHT Arborea di origine 100% sarda, da una filiera controllata e certificata. Sul piano del packaging il poliaccoppiato ha una quota prevalente delle vendite di latte a lunga conservazione con circa il 77% ma la bottiglia di PET, introdotta per la prima dalla Centrale del Latte di Brescia, ha un peso significativo. La connotazione generale del mercato UHT rimane altresì caratterizzata da un’elevata competizione, con una situazione per l’industria di marca resa difficile sia dalla flessione dei consumi sia dall’aumentata pressione competitiva esercitata dalle marche private che costringe i principali player come Parmalat, Granarolo e Sterilgarda a un utilizzo della leva promozionale superiore alla media del mercato. Pur avendo avuto una flessione comunque leggera della loro quota i gruppi leader Parmalat e Granarolo mantengono la leadership del mercato, rispettivamente con oltre il 32% a valore per Parmalat e circa il 18,5% per Granarolo nella distribuzione moderna. I principali follower, Sterilgarda e Assegnatari Associati Arborea hanno quote tra il 3% e il 4% a valore, con quote inferiori altri player importanti come Newlat, Tre Valli-Cooperlat, Candia ecc. mentre le marche commerciali sono in crescita e raggiungono quasi il 18% a valore. Se parliamo di singoli brand la leadership in valore spetta a Granarolo, Parmalat Natura Premium e Zymil.
Il mercato del latte UHT nel 2013
Stima dei consumi domestici
Volume 1.440 tonnellate
Valore 1.380 milioni di euro
Segmenti* | % volume | % valore |
Parzialmente scremato | 78,2 | 74,0 |
Intero | 13,0 | 14,6 |
Scremato | 6,3 | 7,1 |
Latti speciali** | 2,2 | 3,3 |
Bevande UHT | 0,3 | 1,0 |
*distribuzione moderna
**escluso latte alta digeribilità che è compreso negli altri segmenti
Canali distributivi | % volume |
Iper+super | 69,5 |
Libero servizio | 17,5 |
Grocery | 4,6 |
Discount | 7,5 |
Altri | 0,9 |
Fonte: elaborazione su diversi dati
Le vendite per area (% in volume e valore indice: media Italia=100) | % volume | V.I. |
Nordovest | 30,0 | 113 |
Nordest | 17,0 | 88 |
Centro+Sardegna | 20,2 | 90 |
Sud | 32,8 | 103 |
buon giorno , , sono anwer abouseta commerciante libico , interessato di esportazione Latte uht intero di lunga conservazione, vi chiedo gintelmente i prezzi per un 1 litro, del latte intero minemo 3 container al inizio di prima esportazione , in atesa della vostra gentile risposta,e grazie per la vostra collaborazione ,
Distinti Saluti,
anwer abouseta
Ciao,
28,50 – 31,50€ per 100 litri.
Buona sera
Sono un intermediario per commercio di alimentari per esportazione verso l’Africa e vi chiedo cortesemente i prezzi attuali per Latte UHT intero, parziale e completamente scremato ( qualunque sia il marchio ) per carichi importanti , in attesa di una vs risposta vi porgo distinti saluti.
Yassine Essalhi.