Il latte fresco sente la crisi

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il latte

 

È pur vero che nel mercato del latte fresco si sono introdotti da tempo prodotti di primo prezzo con gap di prezzo rispetto al latte premium price che prendendo ad esempio il latte fresco parzialmente scremato oscilla intorno al 50%. La ricerca di convenienza da parte del consumatore si legge anche nel calo signifi cativo del latte alta qualità che rimane tuttavia la tipologia più venduta insieme al latte fresco pastorizzato parzialmente scremato. La vera novità del mercato in questi ultimi anni, anche se non si può più parlare di novità, è il latte microfi ltrato che da prodotto inizialmente di puro servizio e marginale, come è rimasto per esempio il latte scremato, è diventato un segmento pienamente alternativo al latte alta qualità o fresco pastorizzato.

latte parmalatIn linea generale il consumatore quando si trova davanti allo scaffale sceglie in primo luogo il segmento (quindi latte alta qualità, microfi ltrato o pastorizzato intero o parzialmente scremato ecc.) e secondariamente la marca. Solo i primi due player del mercato Granarolo e Parmalat hanno marchi con una distribuzione ponderata a livello nazionale signifi cativa come Granarolo per il primo e Blu Premium o Zymil per Parmalat, una distribuzione comunque non capillare. Sia l’una che l’altra hanno in portafoglio anche marchi locali, soprattutto il Gruppo Parmalat che ha nel latte fresco Berna, Solac, le Centrali del Latte di Ancona e Monza, Torvis, Latte Brianza, Lactis ed altri mentre Granarolo ha per esempio un marchio importante come la Centrale del Latte di Milano.

Granarolo e Parmalat nella distribuzione moderna arrivano a circa il 45% del mercato a valore, in particolare Granarolo ha la leadership nel latte alta qualità con circa il 30% e Parmalat nel latte microfi ltrato con il 32% in valore. Il resto dell’offerta è polverizzato: i primi follower sono, con quote che non superano il 4%, Centrale latte di Firenze Pistoia e Livorno, Centrale Latte di Torino, Tre Valli-Cooperlat, Newlat ecc. Nel latte fresco il marchio locale rimane molto forte, per esemplificare prendiamo il caso delle Centrali di Firenze e Torino. La prima in Toscana con il marchio Mukki rappresenta oltre il 42% del mercato e negli ultimi anni ha rafforzato la sua connotazione territoriale con il lancio di prodotti con una forte identifi – cazione “toscana” come il latte intero alta qualità e il latte parzialmente scremato “100% latte toscano”.

La Centrale di Torino che ha acquisito in passato la Centrale del Latte di Vicenza e nel 2013 ha registrato la fusione per incorporazione del Centro Latte Rapallo, nel canale ipermercati+supermercati lo scorso anno aveva una quota nazionale del 3,2% a valore che però diventa del 17,5% nelle aree Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Veneto in cui opera principalmente; di recente ha tra l’altro puntato sullo sviluppo di nicchie come il nuovo latte bio e il latte laben (specialità multietnica di latte fermentato). Lo stesso discorso si può fare per altri competitor come Tre Valli-Cooperlat che ha diversi marchi (Tre valli, Latte Cigno, Delta Lat, Abit, Fresco Marche, Latte Primavera) e Newlat (Polenghi, Torre in Pietra, Matese, Giglio).

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”Le caratteristiche della domanda”]

• La penetrazione nelle famiglie del latte fresco è di circa l’80%.
• I consumi per area vedono il Nordovest con il 22,4% dei volumi, il Nordest con il 19,6%, centro+Sardegna rappresenta il 29,3% e sud+Sicilia il 28,7%. In termini di consumo pro capite, posta uguale a 100 la media nazionale, la prima area ha un valore indice di 84, la seconda di 102, il Centro di 130 e il Sud, leggermente in crescita, di 90.
• Sui consumi totali il latte fresco confezionato in cartone pesa per il 27% (ma la quota sale nella sola distribuzione moderna), la quota prevalente è della bottiglia in plastica con un ruolo marginale del vetro.
• In assoluto i prodotti più acquistati dal consumatore negli ipermercati e supermercati sono Granarolo Alta Qualità, Granarolo Piacere Leggero PS e Blu Premium.

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