In una risoluzione votata mercoledì, i deputati del Parlamento europeo hanno affermato che l’UE dovrebbe porre limiti vincolanti sulle quantità di acidi grassi trans di produzione industriale (TFA) presenti negli alimenti, poiché questi possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, la sterilità, il morbo di Alzheimer, il diabete e l’obesità per i consumatori. Nel testo, approvato con 586 voti a favore, 19 contrari e 38 astensioni, si evidenza che secondo la Commissione europea solo un consumatore su tre ha conoscenze in materia di TFA, il che dimostra come le misure di etichettatura non siano riuscite a essere efficaci. La Commissione europea dovrebbe pertanto proporre l’introduzione di norme UE per limitare il tenore di TFA industriali, preferibilmente entro due anni.
L’introduzione di limiti vincolanti per i TFA industriali da parte della Danimarca, che nel 2003 ha stabilito un limite nazionale del 2% per quanto concerne il tenore di grassi trans negli oli e nei grassi, ha portato a risultati positivi, riducendo considerevolmente, secondo uno studio, i decessi causati da malattie cardiovascolari. In seguito, simili limitazioni a livello nazionale sono state introdotte in Austria (2009), Ungheria (2013) e Lettonia (2015). Misure volontarie per ridurre il contenuto di TFA sono in atto in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito e Grecia. Del tema si è occupata anche l’americana Food and Drug Administration (FDA) che nel 2015 ha pubblicato una decisione che determina che gli oli parzialmente idrogenati, ossia la fonte alimentare primaria di grassi trans industriali negli alimenti trasformati, non sono più “generalmente riconosciuti come sicuri” per l’uso alimentare e saranno vietati dal giugno 2018.