Il territorio incide sul latte?

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Secondo diverse ricerche, sì. Lo studio della componente proteica e microbica del latte, poi, ne certifica la provenienza

MuccheFiliera corta e provenienza del latte certificata. Alcuni produttori di latte guardano a questi due fattori con molto interesse, come vie di uscita da una situazione economica, il pagamento del latte, sfavorevole. Il consumatore sembra apprezzare e riconoscere un plus al latte italiano e certifi – cato come tale. Un’occasione che l’Associazione Produttori Latte della Pianura Padana non si è lasciata sfuggire con il progetto europeo “Buono e onesto”, in collaborazione con COPAGRI e l’EMB (European Milk Board).

“Il Latte Onesto” è il primo prodotto che nasce nell’ambito di questo progetto europeo. Grazie al progetto pilota “Biodiversità del microbiota del latte”, seguito da Luigi Bonizzi, direttore del Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica, Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università Statale di Milano, sarà possibile certifi care l’origine del latte a marchio “Il Latte Onesto”. Come? Attraverso lo studio della componente proteica e microbica del latte, come ci spiega lo stesso Bonizzi.

Perché la necessità di certificare la provenienza del latte?

L’industrializzazione e la globalizzazione dei mercati hanno portato ad un’agricoltura sempre più “anonima”, in cui le materie prime sono prelevate ed acquistate dove è più conveniente farlo. Spesso non si è più in grado di conosce né l’origine degli alimenti, né le imprese produttrici. Uno dei punti di forza del sistema produttivo italiano è costituito dalla straordinaria gamma e varietà di prodotti agroalimentari e tra questi, i prodotti tipici e tradizionali costituiscono un settore portante e vitale, soprattutto perché ciascun prodotto, sviluppatosi e affermatosi in rapporto a precisi ambiti territoriali e contesti sociali, economici e culturali, rappresenta di per sé un valore.

La trasparenza circa l’origine dei prodotti alimentari, e in particolare dei prodotti animali, è ormai considerata una componente importante della qualità e della sicurezza, così come viene percepita dai consumatori. Inoltre, rappresenta un importante elemento per la competitività e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari nei mercati a livello sia locale, sia nazionale e internazionale, oltre che per la difesa degli stessi produttori da imitazioni e contraffazioni che potrebbero danneggiare dal punto di vista economico l’intera fi liera e minare la fi ducia dei consumatori. La tracciabilità rappresenta pertanto un fondamentale aspetto per garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti, tutelando il consumatore ma anche il produttore, da possibili frodi. La tracciabilità è inoltre indispensabile per qualsiasi politica di qualità: dalle produzioni a denominazione d’origine protetta o garantita (DOP, IGP) ai prodotti tradizionali.

Rappresenta la chiave della qualità per prodotti normali ottenuti in modo conforme alle leggi, in quanto vengono caratterizzati dalla peculiarità di avere una storia identifi cata. Quando poi questa storia richiama valori legati al territorio d’origine, la tracciabilità diventa un ulteriore fattore di promozione e offre al consumatore, oltre alla sicurezza, anche la soddisfazione di attese culturali proprie di quel territorio. La tracciabilità delle produzioni lattiero-casearie è un mezzo fondamentale e necessario per salvaguardare e sostenere la zootecnia italiana da latte. La certezza della provenienza geografi ca, nella quale convivono aspetti legati alla tradizione, alla tipicità e alla peculiarità dei processi produttivi e il semplice desiderio del consumatore di riappropriarsi delle produzioni del proprio territorio è quindi lo strumento che consente di enfatizzarne la “qualità” in senso più ampio possibile.

Il latte e i prodotti caseari sono matrici alimentari molto complesse contenenti vari composti di origine animale, vegetale e microbica; il loro contenuto sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo è generalmente determinato sia dall’area geografi ca di produzione sia dalle strategie di gestione degli animali in allevamento.

Il latte onestoQuali risultati vi attendete?

L’identificazione di marcatori in grado di indicare la zona e le caratteristiche di produzione del latte, da cui deriverà la parametrizzazione della certificazione di provenienza.

Sono già state fatte delle analisi sul latte su “Il latte Onesto”?

Il progetto è stato strutturato, ma non è ancora iniziato formalmente dal punto di vista analitico.

Questo latte si propone come: certificato 100% italiano, genuino, sottoposto a continui controlli che ne certificano la sicurezza igienico-sanitaria, nutrizionale e organolettica, a un prezzo onesto. Si tratta perlopiù di caratteristiche cogenti per qualsiasi altra tipologia di latte alimentare. Qual è il vero valore aggiunto, oltre a una remunerazione maggiore per l’allevatore? Può effettivamente vantare delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche superiori agli altri latti in commercio?

Il valore aggiunto de “Il latte Onesto” è dato dal fatto che la filiera italiana è controllata, per quanto riguarda la sicurezza, in maniera puntuale dai servizi veterinari nazionali. Vi è inoltre un disciplinare di produzione che tiene conto di molti altri aspetti che possono essere definiti etici, in quanto tengono in considerazione l’ambiente e il benessere animale e hanno come obbiettivo soprattutto il consumatore e non il guadagno. Questo latte non ha un costo superiore, ma fornisce al consumatore la possibilità di sapere che il prodotto che sta utilizzando beneficia delle caratteristiche che derivano da secoli di affinamento delle competenze degli agricoltori, dei metodi produttivi, delle pratiche agricole e zootecniche del sistema agricolo italiano e lombardo in particolare.

Inoltre tale sistema di produzione usufruisce dei sistemi di controllo della filiera del settore veterinario e sanitario italiano. Per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche, è evidente ed è stato rilevato in molti studi pubblicati anche dal mio gruppo di ricerca, che il latte italiano, beneficiando di una filiera di qualità, può vantare caratteristiche di qualità superiore a latti di indefinita provenienza e che possono avere subito processi di produzione differenti.