In crescita il comparto dell’agriturismo

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L’istantanea del settore viene fornita dal “Rapporto 2018 agriturismo e multifunzionalità“, realizzato da ISMEA che mostra 23.406 aziende attive (+3,3% rispetto al 2016) che, grazie ai 12,7 milioni di presenze del 2017, hanno raggiunto un fatturato di 1,36 miliardi di euro (+6,7% anno su anno).

Tanti gli arrivi dall’estero

Secondo il rapporto, infatti, l’agriturismo registra, sebbene a velocità diverse, una crescita ininterrotta negli ultimi vent’anni. In particolare, le aziende attive, oltre a crescere per quantità, si evolvono in forme sempre più diversificate, differenziate e integrate, anche in chiave territoriale, per tipologia di attività e servizi proposti. L’importante contributo dell’agriturismo al mantenimento delle attività agricole, spesso familiari e di piccole dimensioni, in zone montane e svantaggiate, è confermato dal fatto che il 61,6% delle aziende agrituristiche è situata nelle aree interne. A guidare il trend al rialzo è soprattutto la clientela straniera, che rappresenta il 47% degli arrivi e il 58% delle presenze, e in modo particolare nel biennio 2016-17 di quella proveniente da: Brasile (arrivi +37,7% e presenze +41,3%), Russia (+37,5% e +33,1%), Cina (+26,8% e +30,1%), Croazia (+26,2% e +24,2%) e Danimarca (+19,5% e +21,6%).

Differenziazione

Pur in un quadro di aumentata concorrenza (alloggi privati, home sharing e bed and breakfast…), gli agriturismi possono ben dire la loro nel soddisfare la richiesta di pacchetti turistici legati all’enogastronomia, tour enogastronomici, degustazioni e corsi di cucina. Per quanto riguarda le attività didattiche e sociali svolte in agricoltura, ambiti della multifunzionalità in forte evoluzione, si registra un forte dinamismo sia dal punto di vista del numero di imprese attive sia in termini di domanda di servizi da parte dei privati (famiglie, associazioni, enti) e del sistema pubblico. Nel 2017, l’attività didattica è proposta da 1.547 aziende agricole con autorizzazione per agriturismo (+3,3%) rispetto al 2016, mentre risultano più che raddoppiate rispetto al 2010 (anno della prima rilevazione). Esistono complessivamente 2.680 fattorie didattiche (+17% nel 2018 rispetto al 2017) e 213 fattorie sociali/ operatori di agricoltura sociale iscritti (+129% rispetto al 2017) negli elenchi regionali a testimonianza di come l’incremento degli operatori di agricoltura sociale coinvolti sia anche accompagnato da un crescente riconoscimento da parte del sistema pubblico.

Le energie rinnovabili

Anche nel comporto delle energie rinnovabili il ruolo del settore agricolo si sta rafforzando, grazie a una significativa potenzialità di sviluppo, espressa sia in termini di produzione che in termini di utilizzo diretto. Nello specifico, si conferma il trend di crescita del fotovoltaico la cui produzione di energia, nel primo quadrimestre del 2018, raggiunge 116 MW complessivi, ovvero un incremento del +6,4% rispetto allo stesso periodo del 2017. Complessivamente, il comparto incide per oltre il 30% sul valore della produzione delle attività secondarie, con 1,5 miliardi di euro nel 2017. L’interesse dell’agricoltura per le fonti di energia rinnovabili (FER) risulta quanto mai attuale grazie al contributo fornito per la riduzione della dipendenza energetica, al contrasto ai cambiamenti climatici in atto e, non da ultimo, all’opportunità, colta dagli operatori, per la diversificazione delle attività produttive in un’ottica di sostenibilità ambientale e con una reale possibilità di integrazione del reddito.

Il ruolo delle attività secondarie

L’agriturismo è una delle componenti principali delle attività di supporto e secondarie che nel 2017 rappresentano il 22,4% del valore della produzione agricola nazionale.
A livello europeo il nostro Paese da solo detiene il 27,4% del valore delle attività secondarie complessivamente prodotto nella UE, mantenendo il primato. Tra le attività secondarie figura anche la trasformazione del latte che, pur tra fasi altalenanti tra il 2010 e il 2017, rappresenta il 6,2% del totale.