La Lombardia approva un piano sicurezza latte

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Su iniziativa del presidente Roberto Maroni, di concerto con l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, il 30 marzo la giunta regionale ha approvato il “Piano regionale straordinario di sorveglianza del rischio aflatossine nella catena alimentare di produzione del latte e dei prodotti a base di latte”.

Con uno stanziamento di 60.000 euro, destinati all’Istituto Zooprofilattico, vengono così attivate procedure operative straordinarie per la prevenzione e la gestione del rischio contaminazione da aflatossine nella filiera lattiero-casearia e nella produzione del mais destinato all’alimentazione umana e animale. Inoltre, il piano regionale straordinario di sorveglianza del rischio aflatossine stabilisce misure sanitarie specifiche e straordinarie per gestire questo rischio e prevede attività che diventano “prioritarie” rispetto agli altri interventi in capo alle Ats lombarde.

Il provvedimento si è reso necessario poiché l’andamento meteorologico della seconda metà del 2015 ha creato le condizioni climatiche che favoriscono il rischio di contaminazione. Per questo, anche a seguito delle indicazioni del ministero, sono state attivate le “Procedure operative straordinarie per la prevenzione e la gestione del rischio contaminazione da aflatossine nella filiera lattiero-casearia e nella produzione del mais destinato all’alimentazione umana e animale, a seguito di condizioni climatiche estreme”. Il limite massimo per aflatossina M1 nel latte, fissato dalla normativa europea, è pari a 0,050 µg/kg, superato il quale non è possibile l’ammissibilità al consumo umano né la commerciabilità del latte. Pertanto, in considerazione della alta tossicità dell’aflatossina M1 si ritiene necessario stabilire, per il latte, un livello di attenzione di 0,040 µg/kg al fine di consentire interventi efficaci prima che il latte rappresenti un rischio per la salute del consumatore. Per la ricerca di aflatossina M1 nel latte, per i controlli aggiuntivi previsti dal Piano, è consentito l’utilizzo di test rapidi immunoenzimatici come test di screening, che si affiancheranno ai regolari controlli definiti sia delle aziende di produzione che degli impianti di trasformazione. Vengono previste attività di assistenza agli operatori e/o alle associazioni dei produttori per formarli e sensibilizzarli alla problematica, in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento, lo stoccaggio e l’uso degli alimenti per gli animali e delle relative materie prime nella filiera lattiero-casearia. Vengono inoltre introdotti controlli sulle partite di latte provenienti dall’estero.

Fonte: Lombardia Notizie