La Svizzera candida la stagione alpestre a patrimonio culturale immateriale UNESCO

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Tradizione emblematica della montagna svizzera, la stagione alpestre potrebbe presto essere iscritta nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. L’UNESCO esaminerà alla fine del 2023 la candidatura depositata dalla Svizzera

 

Condurre il bestiame negli alpeggi estivi in alta quota è una tradizione attestata sin dal Medioevo. Nel tempo la stagione alpestre ha dovuto continuamente adattarsi alle condizioni climatiche, sociali ed economiche locali e ha così permesso di produrre generi alimentari di qualità che hanno reso la Svizzera famosa nel mondo.

La salita e la discesa dagli alpeggi, i metodi di produzione del formaggio, le competenze legate alla gestione dei pascoli, la fabbricazione artigianale degli utensili e i canti tradizionali costituiscono un repertorio di usi e costumi, competenze e rituali tipico della stagione alpestre e ne fanno una tradizione oltremodo vivace.

Eppure il suo futuro solleva diversi interrogativi, per esempio riguardo alla trasmissione di questi saperi o all’adattamento della pratica dell’alpeggio ai cambiamenti climatici.

La preparazione della candidatura ha permesso di individuare misure concrete per far sì che questa tradizione possa essere trasmessa alle generazioni future.

Hanno elaborato il dossier l’Ufficio federale della cultura (UFC) e da esperti nell’ambito del patrimonio culturale e dell’agricoltura, con il sostegno di un gruppo di accompagnamento allargato, formato da rappresentanti dell’economia alpestre, dei Cantoni, dei musei, dei parchi naturali e di altre organizzazioni interessate.

Al termine di una procedura di valutazione che durerà circa 18 mesi, l’UNESCO deciderà nel novembre 2023 se iscrivere la stagione alpestre nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.