Entro il 26 agosto 2019 il Dipartimento federale dell’interno (DFI) svizzero sottoporrà gli adeguamenti delle ordinanze a consultazione.
La revisione delle ordinanze si propone di assicurare la protezione della salute dei consumatori in Svizzera ed eliminare gli ostacoli al commercio con l’Unione Europea. Si prevede inoltre di semplificare determinati processi amministrativi.
Diversi adeguamenti riguardano l’ingegneria genetica. Finora per i produttori svizzeri non era possibile contrassegnare i propri prodotti di origine animale come «senza OGM», anche in caso di rinuncia volontaria alla somministrazione di piante geneticamente modificate nell’alimentazione degli animali. Ciò a causa degli additivi presenti negli alimenti per animali (come la vitamina B12), essenziali per questi ultimi ma non più disponibili senza manipolazioni genetiche. Grazie alla modifica, gli agricoltori svizzeri potranno designare i loro prodotti come «privi di OGM» anche utilizzando additivi per alimenti per animali, come già accade in Germania e in Austria.
Finora gli alimenti importati dovevano essere distrutti nel caso contenessero tracce di alimenti geneticamente modificati non autorizzati o non tollerati in Svizzera. Nonostante si disponga oggi di tecniche avanzate, una separazione netta tra i prodotti geneticamente modificati e quelli non modificati è quasi impossibile durante il trasporto, la produzione o la trasformazione degli stessi. Non è quindi possibile escludere minime contaminazioni tra essi; bastano ad esempio 20 fagioli di soia geneticamente modificati per contaminare un carico di 20 tonnellate di fagioli di soia convenzionali. Per evitare di dover gettare via tonnellate di derrate alimentari, è possibile ora autorizzare sul mercato svizzero mediante una procedura semplificata l’immissione di alimenti che contengono tracce fino allo 0,5 per cento di OGM e che sono autorizzati in UE. Tuttavia, ciò è possibile solo se si esclude un pericolo per l’ambiente.
Maggiore protezione della salute nel caso di vitamine e sali minerali
La revisione disciplinerà in modo diverso anche l’utilizzo di vitamine e minerali nelle derrate alimentari, ponendo al primo posto la protezione della salute dei consumatori. Le sostanze nutritive critiche (ad esempio la vitamina A) che in dosaggi elevati possono avere conseguenze sulla salute saranno ammesse d’ora in poi solo negli integratori alimentari. Per le sostanze non critiche invece (come la vitamina B1) non verranno più fissate le quantità massime.