Parmigiano Reggiano: cresce sell-out USA ma preoccupano i dazi

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Il principale mercato estero del Parmigiano Reggiano sono gli USA che assorbono il 22,5% della quota export totale: nel 2024 l’export ammontava a oltre 16.000 tonnellate (+13,4% sul 2023). A livello di sell-out, nel primo quadrimestre il Parmigiano Reggiano ha continuato a crescere (+9%) in linea con i mesi precedenti.

I dazi: qualche numero

Per quanto riguarda le vendite da produttore a consumatore finale (dati sell-in) – dopo il rialzo di fine 2024, dovuto principalmente alla tendenza a fare scorte in vista di una possibile crescita dei prezzi, e al netto di un picco del +40% registrato a marzo 2025, quando apparve imminente l’annuncio da parte del presidente Donald Trump di dazi aggiuntivi – si è registrato un trend stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In aprile Trump ha introdotto ulteriori dazi del 10% sulle importazioni UE. Così i dazi sulla DOP sono passati dal 15% (la tariffa “storica”) al 25% attuale.

Prima di aprile 2025, con i dazi pari al 15%, negli USA il prezzo medio di vendita del Parmigiano Reggiano di 24 mesi (in Italia pari a circa 15 €/kg) ammontava a circa 42 dollari al kg. In questa fase transitoria, con i dazi aggiuntivi del 10%, il prezzo odierno di vendita è circa 49 dollari al kg. Ma, ai livelli attuali, il prezzo reale per il consumatore entro i primi mesi del 2026 subirà inevitabilmente un’ulteriore impennata, poiché si riverseranno sul consumo sia i rilevanti aumenti registrati all’origine, sia l’effetto moltiplicatore del cambio dollaro/euro, superando ampiamente i 55 dollari al kg.

Il consorzio non nasconde la sua preoccupazione per le ripercussioni che l’aumento del prezzo avrà sulla domanda. Tuttavia, ha fiducia nei risultati positivi che otterrà l’operazione negoziale dell’UE, che deve evitare ulteriori incrementi di dazi incoerenti e insostenibili per tutti gli attori in gioco, in primis per i consumatori e importatori americani. Il consorzio auspica, inoltre, un confronto con i principali player del mercato USA per impostare un percorso di crescita in questa momentanea situazione di incertezza.

Prove di dialogo

Commenta Nicola Bertinelli, presidente del consorzio: «Nel prossimo futuro, il consorzio dovrà sempre più investire sulla crescita nei mercati esteri, in primis gli Stati Uniti, che rappresentano il futuro della nostra Dop. Pertanto, il possibile incremento dei dazi sul Parmigiano Reggiano di certo non ci rallegra. Ma il nostro è un prodotto premium e faremo il possibile affinché l’aumento del prezzo non porti a una sostanziale riduzione dei consumi. Come abbiamo più volte sottolineato, la nostra Dop non è in reale concorrenza con i parmesan americani, dato che copre meno del 8% del mercato dei formaggi duri e viene venduto a un prezzo doppio.

Negli USA chi lo compra fa una scelta consapevole: ha infatti un 92% di mercato di alternative che costano 2-3 volte meno. Imporre dazi ulteriori su un prodotto come il Parmigiano Reggiano aumenterebbe solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali: sarebbe dunque una scelta che danneggia tutti. Con gli USA occorre intavolare un dialogo che non va condotto bilateralmente dai singoli Paesi, ma dall’Unione Europea. Osserviamo con grande attenzione e prudenza lo scenario politico attuale, ma siamo fiduciosi nei risultati positivi che otterrà l’operazione negoziale dell’UE, che deve evitare rischi di dazi incoerenti e insostenibili per tutti gli attori in gioco, e nella fedeltà di consumatori evoluti come quelli statunitensi, che continueranno a premiare un prodotto d’eccellenza come il nostro».

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