I potenziali scenari che il settore dovrà affrontare nel mondo in generale e in Europa in particolare
di Gaetano Piermarocchi, general manager IFCN
Ecco una sintesi del lavoro di ricerca di oltre 65 economisti nel mondo coordinato da IFCN (International Farm Comparison Network) volto ad analizzare i trend di sviluppo della produzione, le dinamiche di prezzo e i costi di produzione del latte nel mondo nel periodo 1996-2012. I dati sono stati presentati nell’annuale “Supporters Conference” tenuta a Oxford (UK) lo scorso settembre, a cui hanno partecipato oltre 125 delegati in rappresentanza di 85 aziende operanti in tutti i settori attinenti il mondo del latte. Le analisi, qui presentate, riportano il quadro mondiale e sono frutto di analisi statistiche e pertanto, nell’approfondimento per singolo Paese e fino alle più importanti regioni produttive, lo scenario locale può aver manifestato adattamenti anche significativi (ma pur sempre misurati da IFCN).
La figura 1 descrive lo sviluppo degli indici mondiali di prezzo del latte e degli alimenti sviluppati ed adottati da IFCN sulla base delle quotazioni delle commodities rilevanti (per ulteriori dettagli: info@ifcndairy.org) nonché il rapporto prezzo latte/costo di alimentazione (favorevole per valori superiori o uguali a 1,5); in ultimo riporta il mofc (margin over feed cost), nuovo indicatore di efficienza in allevamento costruito sulla base di un utilizzo di concentrato pari a 300g per kg di latte prodotto All’inizio del 2006, l’indicatore prezzo ha cominciato a evidenziare un’elevata volatilità raggiungendo un picco di quasi 54 USD/100kg ECM (energy corrected milk 4% grasso, 3,3% proteine) nel novembre 2007.
Tuttavia l’aumento di prezzo del latte non si è accompagnato al rialzo dei costi di alimentazione, incrementando il gap tra i due livelli e dunque garantendo buone marginalità. Nel 2008 il prezzo cominciò a scendere fino al minimo di 19 USD /100kg ECM registrato nel febbraio 2009. In seguito, il prezzo continuò a fluttuare ma con oscillazioni di minore ampiezza. In contrasto con questo andamento, i prezzi delle razioni alimentari iniziarono a salire nel 2010 fino al picco della metà del 2012 e al di sopra del prezzo del latte, dunque creando grossi problemi di redditività per gli allevatori con riflessi negativi anche sui livelli produttivi totali.
Questi fenomeni, generalmente descritti come medie mondiali, furono maggiormente avvertiti nei Paesi dove l’alimentazione è più basata sui concentrati che non sui foraggi o sottoprodotti (USA e UE). A partire dall’agosto 2012, i minori volumi prodotti innescarono una risalita dei prezzi del latte a fronte di una discesa dei costi di alimentazione ristorando la marginalità nelle stalle, presupposto per una ripresa dei volumi.
Outlook 2023
Per la prima volta, oltre alla consueta analisi di settore con dati micro (relativi alle stalle) e macro (relativi ai Paesi), sulla base dei propri database (dairy sector dbase e farm dbase) è stata sviluppata una previsione sulle dinamiche produttive per il prossimo decennio. Questo outlook si basa su diverse assunzioni la più importante delle quali riguarda livello di prezzo mondiale del latte atteso sulla media di 44,5 USD/100kg ECM (livello al quale è realizzabile in modo profittevole l’85% dei volumi).
Le principali evidenze dell’outlook possono essere riassunte in:
- Produzione mondiale di latte superiore al miliardo di tonnellate (780 milioni ton nel 2012)
- La domanda di latte mondiale sarà capace di assorbire l’intera produzione tenendo il mercato in tensione
- Le dimensioni medie dell’allevamento passeranno da 2,9 a 3,8 capi per azienda
- Il numero totale di stalle scenderà, dopo aver raggiunto il picco di 122 milioni nel 2012
- Il commercio mondiale crescerà tra l’8% e il 10%: una maggiore quota della domanda verrà soddisfatta attraverso le maggiori importazioni più che da produzione locale
- Nuova Zelanda e Europa saranno i maggiori esportatori con oltre 27 MM ton eq. latte
- La Cina sarà il maggiore importatore (15 MM ton eq. latte) seguita dalla Russia. L’India potrebbe diventare importatore netto cosi come il Brasile.
Nel 2014 IFCN lavorerà per migliorare i modelli previsionali. Pertanto, ogni suggerimento sarà il benvenuto!